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Supplenze brevi Scuola: pro e contro

Supplenze brevi, pro e contro.

Le supplenze brevi sono una particolare tipologia di contratti a tempo determinato che vengono utilizzate (o sono state utilizzate) principalmente per i seguenti motivi:

  • malattia o temporanea indisponibilità del titolare della cattedra;
  • maternità;
  • covid.

Perché le supplenze brevi sono pagate in ritardo?

Le supplenze brevi, contrariamente alle supplenze annuali (31 agosto) o fino al termine delle attività didattiche (30 giugno) vengono pagate a mese maturato.

Pagamento a mese maturato significa che non è possibile pagarle anticipatamente (in genere al 23 del mese) in quanto, trattandosi di posizioni molto aleatorie, è necessario determinare con precisione lo stipendio spettante.

Le supplenze brevi sono regolate dal DPCM 31 agosto 2016.

Quindi, una volta trascorso il mese, le segreterie scolastiche, devono autorizzare il pagamento controllando che il dipendente non abbia fatto assenze.

Una volta che la Scuola ha autorizzato il pagamento, è necessario che il capitolo sul quale gravita lo stipendio sia capiente, cioè abbia fondi sufficienti per permettere il pagamento.

Se i fondi non sono sufficienti, NoiPA trasmette una comunicazione al Ministero dell’Istruzione e del Merito affinché provveda a rimpinguare il capitolo.

Il pagamento delle supplenze brevi, pertanto, non è mai certo e, a volte, possono passare diversi mesi prima che il Ministero metta a disposizione i fondi.

Prima di accettare una supplenza breve, pertanto, bisogna essere consapevoli che per molti mesi il dipendente, potrebbe trovarsi in grave disagio economico.

Supplenze brevi, quando conviene?

Una volta avuta la consapevolezza dell’aleatorietà dei pagamenti, potrebbe essere conveniente nel caso si abbia bisogno di punteggio, se si abita vicino al luogo di lavoro, se non si hanno problemi economici e si può aspettare la retribuzione anche con mesi di ritardo, se non importa di quanto e come saranno tassati gli stipendi e, infine, mettere in conto che ci potrebbero essere ritardi anche con il pagamento della naspi una volta cessato il contratto.

Quindi la risposta è sì per chi vuole investire in sé stesso e vive la supplenza breve senza far drammi.

Supplenze brevi, quando non conviene?

Non conviene assolutamente accettare una supplenza breve per chi pretende di essere pagato regolarmente, con il rischio di dover anticipare le spese di vitto e alloggio per molti mesi, che finisce per diventare devastante per chi è costretto a fare centinaia di chilometri da casa.

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