HomeCronaca sindacaleRinnovo CCNL Bancari, aumento 20% non basta: cosa chiedono?

Rinnovo CCNL Bancari, aumento 20% non basta: cosa chiedono?

Rinnovo contratto bancari, l’auspicio è quello di riuscire a trovare l’accordo entro fine anno e per questo motivo il negoziato riprenderà lunedì 23 ottobre. Al tavolo si siederanno i rappresentanti del Comitato affari sindacali e del lavoro dell’associazione e i segretari generali di Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin.

«Mettendo insieme tutte le richieste che i sindacati dei bancari hanno inserito nella loro piattaforma per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro viene fuori un aumento di oltre il 20%» scrive in un articolo Il Sole 24 Ore. Ma non è tutto, perché al centro della trattativa non c’è solo l’aspetto economico.

Rinnovo CCNL Bancari: le proposte

I sindacati chiedono 435 euro di aumento per il livello medio di riferimento, ma fonti bancarie stimano che il totale delle voci porta quasi a raddoppiare il valore del contratto. Tra queste: le indennità, il ripristino della base completa per il calcolo del tfr, l’aumento dei ticket (con la previsione anche per i part time), l’allargamento e il rafforzamento dell’area contrattuale con l’inserimento nel perimetro anche di chi fa vigilanza e l’aumento delle procedure.

Ma come detto l’aumento economico non è l’unico aspetto al centro della trattativa di rinnovo del contratto (scaduto nel 2022). Le banche, infatti, puntano molto sul concetto di fungibilità, intesa come la flessibilità nelle mansioni e negli inquadramenti, resa necessaria soprattutto quando ci sono delle acquisizioni o delle fusioni e si verifica la sovrapposizione dei ruoli.

Se ne discuterà, come detto, lunedì 23 ottobre al cospetto dei sindacati dei bancari. Sindacati che si stanno battendo, inoltre, per la semplificazione non solo di inquadramenti e mansioni, ma anche dell’articolazione degli orari di lavoro o della mobilità. In un panorama sempre più digitale e multicanale, infatti, questo aspetta acquista fondamentale importanza.

Infine, richieste arrivano anche sul tema dei fringe benefit: a detta degli istituti di credito, i lavoratori bancari sarebbero penalizzati ed è per questo che è stato sollecitato un incontro con il Governo insieme ai sindacati. «Quanto al 2024 e alla soglia di detassazione, abbassata a 2mila euro per chi ha figli a carico e a mille per chi non ne ha, le banche affermano che può essere utile in qualche caso ma non risolve la generalità dei casi, tenendo conto anche della rilevanza dei tassi», conclude Il Sole 24 Ore.

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