Pensione 2024, come cambia? Lo spiega il Ministro

Giorgetti

Come funzionerà la pensione nel 2024? A quanti anni uomini e donne potranno lasciare il lavoro? Le modifiche rispetto al 2023 sono sostanziose: sia per gli uomini (servirà un anno di età in più), sia per le donne (salta Opzione Donna). Novità anche riguardo lo scivolo pensionistico e premi per chi ritarda il pensionamento.

Vediamo le misure che ha in mente il Governo, che il Ministro dell’Economia Giorgetti giudica “rafforzate” e “restrittive”. Anche troppo, secondo la CGIL.

Pensione, come funzionerà nel 2024?

Nel marasma di proposte di riforma sul pensionamento 2024 ci pensa il Ministro Giorgetti a fare un po’ di chiarezza. Lo fa rispondendo ad alcune domande dei giornalisti durante la conferenza stampa di presentazione della Legge di Bilancio 2024 tenutasi lunedì 16 ottobre.

Dall’1 gennaio 2024, in base a quanto stabilito dalla Manovra per il prossimo anno firmata dal governo Meloni, si potrà andare in pensione con 63 anni di età e 41 di contributi: rispetto al 2023 rimane invariata l’età contributiva, aumenta di un anno quella anagrafica.

Salta dunque quota 103. Ma non si può parlare nemmeno di una vera e propria quota 104, puntualizza il ministro: «non sarà una quota 104 piena perché c’è il meccanismo degli incentivi per rimanere a lavoro (cd. Bonus Maroni) e delle penalizzazioni».

Insomma, il Governo ha in mente dei premi per chi deciderà di restare a lavorare pur avendo raggiunto l’età pensionabile e delle penalizzazioni per chi invece dovesse provare ad accorciare i tempi per il pensionamento.

Cancellate anche Opzione Donna, che nel 2023 ha permesso l’uscita anticipata dal lavoro solo a poche migliaia di lavoratrici (disabili, dipendenti di aziende in crisi o caregiver) e Ape sociale.

Entrambi dovrebbero essere soppiantate da un nuovo fondo per la flessibilità in uscita: l’intenzione di Palazzo Chigi sarebbe infatti quella di creare uno strumento unico di accompagnamento alla pensione per i disoccupati, i caregiver, i lavoratori impegnati in attività gravose e i disabili che abbiano superato i 63 anni di età e i 36 di contributi versati, (sei in più di quanti previsti ora in diversi casi). Gli anni di versamenti dovrebbero ridursi invece a 35 per le donne, con eventuali possibili sconti in presenza di figli.