Medici, in 6.000 pronti ad andare in Pensione per evitare i tagli

La Manovra di Bilancio per il 2024 è oramai consegnata al Senato per l’approvazione in legge. Il Governo ha già annunciato di voler ridurre al minimo gli emendamenti, per cui l’impianto normativo rimarrà sostanzialmente identico a quello iniziale.

Così anche sul tema delle pensioni, che in questo periodo fa tremare milioni di lavoratori, tra cui i medici che hanno già maturato i requisiti pensionistici e potrebbero decidere di uscire presto per non rischiare di peggiorare ancor più il loro assegno.

Il taglio delle pensioni dei Medici

I medici che potrebbero essere incentivati ad uscire dal Servizio Sanitario nazionale sono 6.000. Il loro timore, da lavoratori che in anni di attività hanno versato contributi e sono vicini alla pensione, è il taglio dell’assegno per effetto delle decisioni prese con la Manovra.

Secondo quanto si apprende dai sindacati del settore la platea dei medici coinvolti è ben più ampia. Si parla di 50.000 medici coinvolti da qui ai prossimi anni. Con una perdita sull’assegno pensionistico che può arrivare a 26.347 euro per ciascun anni di pensione.

Medici in fuga

L’uscita di ‘massa’ dei medici dal Servizio Sanitario Nazionale significa anche mettere ancor più in ginocchio una sanità pubblica già in forte difficoltà, tra medici che mancano e risorse che scarseggiano.

Sono circa 2.000 i medici che potrebbero optare per il pensionamento entro la fine del 2023 e altre 4.000 potrebbero fare la stessa scelta nel 2024. Per un totale di 6.000 solo per i prossimi 14 mesi.

Lo denuncia il sindacato del medici ospedalieri Anaao Assomed che ha già proclamato lo stato di agitazione con assemblee in tutti i luoghi di lavoro e sciopero in arrivo per dicembre. “Oramai è sicuro” aggiunge il segretario Pierino Di Silverio.

Durante le assemble di questi giorni il sindacato Anaao Assomed insieme Cimo-Fesmed, inviteranno gli iscritti che hanno maturato i requisiti e rischiano la decurtazione della pensione, a presentare immediatamente la domanda di quiescenza. E di fruire delle ferie residue accumulate durante gli ultimi giorni di servizio.