Partite Iva, l’ISCRO fa aumentare i contributi da versare a INPS

Inps iscro

Nel 2024 aumenteranno i contributi che i titolari di partita IVA devono versare all’INPS. Una conseguenza dell’estensione della platea dei beneficiari dell’ISCRO, l’Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa.

La Manovra 2024 ha infatti previsto l’innalzamento del reddito dichiarato nell’anno precedente alla presentazione della domanda da 8.972,04 euro a 12 mila euro. Ciò significa che i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata INPS che potranno accedere al contributo nel 2024 saranno di più di quelli che possono accederci attualmente. Tuttavia, come detto, c’è un prezzo da pagare: l’aumento dei contributi da versare.

Partite Iva, dal 2024 più contributi da versare a INPS

Nel 2024 l’ISCRO avrà un importo che oscilla tra un minimo di 250 euro e un massimo di 800 euro mensili. Cifre leggermente ribassate rispetto a quelle tuttora in vigore e che sono state rivalutate sulla base dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo.

Se diminuirà l’importo, non si può dire lo stesso della platea: grazie all’innalzamento del reddito e della percentuale di reddito di lavoro autonomo prodotto l’anno precedente alla presentazione della domanda (che passa dal 50 al 70%) e della diminuzione degli anni di titolarità di partita IVA (si passa da 4 a 3 anni), si capisce come la platea venga estesa.

Per il 2024, il Governo ha messo sul piatto 16 milioni di euro. Ma per finanziare la misura una mano la chiederà anche ai diretti interessati. Lo prevede il comma 13 dell’articolo 31 della Manovra, il quale sancisce che, per far fronte all’aumento della platea dei beneficiari dell’ISCRO, sia disposto un aumento dell’aliquota pari allo 0,35% a partire dal 1° gennaio 2024.

Non si tratta di una vera e propria novità, visto che negli ultimi anni già era stato previsto un aumento dei contributi a carico dei lavoratori iscritti alla Gestione Separata INPS. Ma se finora era in via eccezionale, adesso la della Manovra 2024 lo rende strutturale.

Ciò significa che d’ora in poi i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata INPS dovranno versare contributi pari al 26,07% e non, com’era in vigore fino al 2020, del 25,72%.