HomeEvidenzaTransfrontalieri, salario ridotto fino al 6%: la novità

Transfrontalieri, salario ridotto fino al 6%: la novità

I lavoratori transfrontalieri subiranno un prelievo tra il 3 e il 6 per cento sul proprio salario netto per avere l’assistenza sanitaria. A prevedere la novità è l’articolo 49 del DDL della Manovra 2024.

La trattenuta colpirà i cittadini residenti in Italia che lavorano in Svizzera e servirà a finanziare il Servizio Sanitario Nazionale. Già sul piede di guerra i sindacati e i Comuni italiani e svizzeri per via dell’alta somma da versare.

Lavoratori transfrontalieri, salario ridotto: la Manovra

Nuova imposta sulla sanità per i frontalieri, che dovranno sacrificare fino al 6 per cento del loro stipendio per alimentare il Ssn. La misura è stata introdotta dal Governo Meloni, che nella nel Ddl della Legge di Bilancio 2024, all’articolo 49, sancisce che:

  • i residenti che lavorano e soggiornano in Svizzera che utilizzano il Servizio sanitario nazionale;
  • i frontalieri;
  • i familiari a loro carico

siano tenuti a versare alla Regione di residenza una quota di compartecipazione al Servizio sanitario nazionale. Quota che deve essere compresa fra un valore minimo del 3 per cento e un valore massimo del 6 per cento, da applicare, a decorrere dal 2024 al salario netto percepito in Svizzera.

Grazie a un accordo specifico tra Italia e Svizzera, al momento della richiesta del permesso di lavoro, i frontalieri possono scegliere di restare assoggettati al Ssn italiano. Ed è proprio da qui che sorge il problema: perché i “vecchi” frontalieri fiscali che hanno scelto di non pagare la Cassa malati in Svizzera e rimanere così assoggettati al servizio pubblico italiano si trovano di fatto messi con le spalle al muro, duramente colpiti da questa nuova tassa spuntata dal nulla, «senza che sia avvenuto alcun negoziato con le parti sociali e senza nemmeno alcuna comunicazione preliminare nei nostri confronti» denuncia l’OCST (Organizzazione sindacale svizzera più rappresentativa), che chiede contestualmente lo stralcio della norma.

I sindacati e le associazioni dei lavoratori interessati contestano infatti l’ammontare eccessivo della tassa. A stabilirla con esattezza sarà la Regione di residenza, come specifica il comma 2 di suddetto articolo. Le somme saranno destinate al sostegno del servizio sanitario delle aree di confine e prioritariamente a beneficio del personale medico e infermieristico, quale trattamento accessorio, in misura non superiore al 20 per cento dello stipendio tabellare lordo.

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