Salta, per ora, il rinnovo del CCNL Bancari che in questi giorni sembrava molto vicino alla definzione. E con esso vengono traslati in avanti gli effetti economici del rinnovo sugli stipendi. La notizia arriva dai sindacati di categoria Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin che dopo settimane di intenso lavoro negoziale con ABI, hanno fatto sapere di aver rinviato il tutto alla fine novembre.
Contratto Bancari 2023, quando fanno l’accordo?
Le parti si incontreranno il 24 e 25 novembre. Più tempo quindi per trovare un’intesa sull’adeguamento egli stipendi con i sindacati di categoria che chiedono un aumento da 435 euro, ma il ripristino del Tfr congelato e una riduzione dell’orario di lavoro di circa mezz’ora alla settimana dalle 37 ore e mezzo attuali.
Quanto agli aumenti stipendiali le parti non sembrano lontane. Va solo trovata un’intesa definitiva sulle decorrenze e gli importi. Da questo punto di vista aver aggiornato la trattativa, per la sua conclusione, a fine novembre, dovrebbe garantire una prima erogazione degli aumenti già dalla busta paga di dicembre 2023. Diversamente si slitterebbe al 2024.
Mentre più in salita sembra essere l’accordo per il ripristino della precedente basi di calcolo per la determinazione del Tfr. Anche se le aziende hanno dato una disponibilità a trovare delle soluzioni.
Al tavolo negoziale prende parte anche il rappresentante di Intesa San Paolo, il ceo Carlo Messina, dopo che il gruppo bancario, con un colpo di scena, aveva deciso di uscire dall’ABI così da non delegare più il mandato a negoziare il rinnovo.
