Niente shopping natalizio venerdì 22 dicembre prossimo, quando i lavoratori del Terziario, Distribuzione e Servizi, della Distribuzione Moderna Organizzata e della Distribuzione Cooperativa sciopereranno per chiedere il rinnovo del CCNL.
Quattro anni senza rinnovo contrattuale e adeguamenti retributivi, con l’inflazione che morde, si fanno sentire. E così Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil hanno deciso di proclamare lo stop dal lavoro e chiamare 3 milioni di lavoratori ad aderire. Mentre le trattative per il rinnovo e gli aumenti stipendiali sono oramai ferme.
Sciopero Negozi 22 dicembre 2023… e non solo
I contratti collettivi nazionali di lavoro del Terziario, Distribuzione e Servizi, della Distribuzione Moderna Organizzata e della Distribuzione Cooperativa sono scaduti il 31 dicembre 2019. In 4 anni i lavoratori hanno visto davvero pochi soldi passare sul cedolino paga. Parliamo di un acconto di 30 euro in erogazione da aprile 2023 e qualche centinaia di euro come Una tantum.
“Negli ultimi mesi, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno fatto di tutto per far progredire il confronto negoziale ed orientarlo ad un esito diverso. La lunga trattativa finalizzata al rinnovo dei Ccnl Tds, Dmo e Distribuzione Cooperativa – dichiarano i sindacati in un comunicato unitario – ha subito nelle scorse settimane una seria battuta d’arresto”.
Il percorso di mobilitazione è partito lo scorso 23 ottobre con la chiusura di Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Ancc-Coop, Confcooperative-Consumo e Utenza e Agci-Agrital a trovare una soluzione economica per i lavoratori “in linea con l’andamento inflazionistico”. L’agitazione prevede lo svolgimento di assemblee in tutti i luoghi di lavoro che potranno portare disagi alla clientela anche durante il mese di novembre e in occasione del Black Friday.
Rinnovo CCNL, la posizione Confcommercio sulla 14a mensilità
Come detto il negoziato sul CCNL è fermo ma i sindacati fanno sapere che Confcommercio, la più rappresentativa realtà imprenditoriale che siede ai tavoli, lancia segnali di disponibilità al rinnovo. Segnali non del tutto confortanti – precisano – perchè nonostante “sbandieri pubblicamente di voler sottoscrivere un Ccnl “innovativo”, si ostina a richiedere una drastica riduzione di una pluralita di istituti contrattuali quali la 14° mensilita, i permessi retribuiti e gli scatti di anzianita”.
Insomma le Imprese – secondo i sindacati – vorrebbero recuperare con la mano sinistra (risparmio su 14a, permessi e scatti) quello che andrebbero a concedere con la destra (aumenti salariali).