Bonus Nido, dall’invio della domanda INPS quanto impiega a effettuare il rimborso delle rette di frequenza? Il Bonus Nido serve proprio a questo: a rimborsare le rette di frequenza dell’asilo nido pubblico o privato pagate per i figli sotto i 3 anni affetti da gravi patologie croniche.
La platea dei beneficiari non è molto ampia ma il contributo è molto importante. Tuttavia, sembra che da un po’ di tempo INPS abbia interrotto gli accrediti, nonostante i genitori stiano continuando a pagare le rette. Quanto ci vuole prima che INPS riprenda a pagare?
Bonus Nido INPS 2023, quando pagano?
Buona parte delle domande del Bonus Nido 2023 è ancora in istruttoria. Ciò significa che INPS non ha ancora provveduto a lavorarle e, eventualmente, ad accoglierle.
Ma l’Istituto Previdenziale quando paga? Quanto ci mette a prendere in carico la pratica? Il pagamento del Bonus Nido non avviene in maniera regolare, non c’è un calendario prefissato per gli accrediti. Tutto dipende infatti da quando il genitore ne presenta la domanda: in caso di accoglimento, infatti, INPS ha 40 giorni di tempo per emettere l’accredito.
Se per esempio INPS ha accolto la domanda lo scorso 10 novembre, il rimborso delle rette può arrivare non prima del 20 dicembre. Comunque non c’è da preoccuparsi perché le mensilità non vanno perse: INPS può emettere anche più rimborsi tutti insieme. Per esempio, il genitore potrebbe ricevere il prossimo pagamento a dicembre, in riferimento alle mensilità di ottobre e novembre.
La condizione per avere il pagamento è allegare la ricevuta o la fattura del pagamento della retta di frequenza, anche in maniera tardiva rispetto all’invio della domanda. La documentazione deve contenere le seguenti informazioni:
- denominazione e Partita IVA dell’asilo nido;
- codice fiscale del minore;
- mese di riferimento;
- estremi del pagamento o quietanza di pagamento;
- nominativo del genitore che sostiene l’onere della retta.