Alla base delle ragioni dello sciopero che ha coinvolto anche il comparto Istruzione e Ricerca ci sono perdite retributive per i lavoratori che arrivano a 400 euro mensili e 5.000 euro sul triennio contrattuale.
E’ la denuncia del Segretario Cgil Maurizio Landini:
“Al personale della scuola questo Governo sta negando 400 euro al mese, altro che aumenti: con una mano si dà e con l’altra si toglie. Ecco perché andiamo allo sciopero ed è solo il primo di una lunga mobilitazione”.
Così la Cgil alla vigilia dello sciopero del 17 novembre, proclamato con Uil per tutti i lavoratori del pubblico impiego. I dati delle adesioni emersi ieri, ufficializzati dal Ministero per la Funzione Pubblica, dicono che la protesta è stata un flop (per approfondire clicca qui).
Docenti e Ata, mancati rinnovi e perdite fino a 5.000 euro
Il contratto Scuola per il triennio 2019-2021 è stato rinnovato in due step, il primo nel 2022, il secondo nel luglio 2023. Gli aumenti economici di questo secondo accordo ancora non si sono visti e il passare del tempo fa salire gli importi arretrati spettanti a docenti e Ata.
E poi c’è il rinnovo per il triennio 2022-2024 che ancora non è stato avviato. “L’inflazione dell’ultimo triennio – ha detto Gianna Fracassi, Segretario Generale Flc-Cgil – si è letteralmente mangiato il 18% dello stipendio e il 5,8% che arriva a dicembre con l’indennità di vacanza contrattuale si commenta da solo. La perdita sul triennio 2022-24 per il personale della scuola sfiora i 5.000 euro, perché mancano a docenti, Ata e dirigenti scolastici almeno 400 euro al mese”.
Insomma, conclude Flc-Cgil, i 900 euro medi che arriveranno a dicembre, come rivalutazione dell’IVC per il 2024 sono “pura demagogia”. D’altronde, se l’IVC per il 2024 viene pagata in anticipo e anche rivalutata significherà pur qualcosa….forse che il rinnovo del CCNL Istruzione Ricerca non avverrà nel 2024?