Pensioni, i tagli valgono €2.000

Pensioni, in due anni subiranno tagli superiori a 2 mila euro per via del taglio dell’indicizzazione all’inflazione. Ogni anno la pensione viene rivalutata all’inflazione, ma esattamente come l’anno scorso la rivalutazione non sarà piena, o almeno non lo sarà per tutti.

Solo gli assegni fino a 4 volte il minimo saranno rivalutati al 100% dell’inflazione (che si attesta al 5,4%): per tutti gli altri assegni, non certamente d’oro, la rivalutazione sarà minore e i pensionati si dovranno accontentare di aumenti inferiori.

Pensioni tagliate di 2.000 euro: spunta il deflatore PIL

Nel tiro alla fune tra il Ministro dell’Economia Giorgetti, che punta a contenere la spesa per le pensioni, e il Ministro dei Trasporti Salvini che invece intende aumentarne le risorse, sta senza dubbio vincendo il primo. La nuova rivalutazione a scaglioni assicura infatti quasi 37 miliardi netti di risparmi alle casse dello Stato, tra il 2023 e il 2032.

A rimetterci saranno senza dubbio i prossimi pensionati, soprattutto gli statali, la cui pensione futura subirà tagli drastici e per cui c’è uno stato di agitazione. Ma non se la passano meglio i pensionati attuali, che per via di una rivalutazione parziale perderanno circa 2 mila euro in 2 anni.

A riportare la notizia è La Repubblica di domenica 19 novembre, che riporta i calcoli dello Spi Cgil, il sindacato dei pensionati:

Una pensione da 2 mila euro netti mensili perde nel biennio di cura meloniana, questo e il prossimo, 2.171 euro totali per il taglio dell’indicizzazione all’inflazione. In vent’anni di vita media avrà rinunciato a 28 mila euro, sempre al netto delle tasse. Se poi consideriamo l’altra nuova idea del governo inserita in manovra – sostituire l’indice del costo della vita, oggi applicato per rivalutare le pensioni, con altri indici come il deflatore del Pil –, arriviamo ad altri 30 mila euro netti ai quali quel pensionato dirà addio.

Il deflatore del Pil è una sorta di “inflazione del Pil” e, spiega Giorgetti, «assicura maggiore sostenibilità ai conti». Tuttavia, rispetto all’indice del costo della vita, durante un’emergenza energetica il deflatore del Pil si impenna di meno. Nel 2022, infatti, mentre l’Italia registrava un picco dell’inflazione all’8,1% il deflatore del Pil era al 3%: una differenza di cinque punti che parecchio influirebbe sulle pensioni.