Il 6 agosto scorso, intervistato da un autorevole quotidiano nazionale, il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara annunciava la riduzione dei tempi del pagamento degli stipendi dei supplenti brevi e saltuari. La notizia era stata ripresa in questo articolo TuttoLavoro24.it.
A mesi di distanza vediamo qual è la situazione dei pagamenti e i rischi connessi a questi ritardi.
Supplenti brevi: stipendi non pagati da settembre
Sono ancora tantissimi i mancati pagamenti dei supplenti brevi e saltuari in questo anno scolastico.
Mesi di ritardo che si accumulano e mettono fortemente in difficoltà docenti e Ata che sono intervenuti nel corso dell’anno per sostituzione del personale con contratto annuale o di ruolo.
Supplenti Brevi, c’è soluzione ai ritardi?
Il problema, secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa, è dovuto alla scarsa collaborazione istituzionale poiché legato al “malfunzionamento del sistema di comunicazione tra il sistema informativo del ministero dell’istruzione e del Merito e quello del Ministero dell’Economia”.
In realtà, quando i fondi non sono sufficienti, NoiPA trasmette subito la comunicazione al Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Questa procedura è stata confermata dalla pagina Facebook di NoiPA (NoiPAsocial).
L’annuncio del Ministro
Il Ministro aveva fatto questa dichiarazione a La Stampa:
“Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara assicura che il ministero è al lavoro per normalizzare la situazione e che dal prossimo anno i ritardi scompariranno. Il punto 11 del Piano di Semplificazione presentato lo scorso aprile in Consiglio dei ministri, infatti, è dedicato alle supplenze brevi e saltuarie e promette che «si ridurranno significativamente i tempi» di pagamento degli stipendi che oggi sono in media di 4 mesi”.
A tre mesi dall’inizio dell’anno scolastico la situazione risulta invariata rispetto all’anno precedente.
Gli stipendi saranno pagati nel nuovo anno?
C’è anche quest’anno il forte rischio che gli stipendi vengano pagati di competenza del 2023 slittino al 2024.
In questo caso, il trattamento fiscale è estremamente sfavorevole ai supplenti brevi in quanto, con il pagamento a tassazione separata, non potranno godere delle detrazioni d’imposta e dell’eventuale rimborso irpef.