L’erogazione dell’anticipo dell’IVC – previsto dal decreto anticipi – ha aumentato il reddito di tutti gli amministrati di NoiPA.
In tantissimi casi, come nel caso che abbiamo preso in esame in questo articolo, i dipendenti sono passati dallo scaglione Irpef del 25% allo scaglione irpef del 35%.
In Italia la pressione fiscale è molto alta
Dai commenti e dalle proteste che ci sono pervenute è che finalmente la classe insegnante e impiegatizia si è resa conto sulla propria pelle che la pressione fiscale supera il 50%.
Nel caso che abbiamo preso in esame, relativo ad una docente di scuola media in fascia 9-14, di fronte ad un anticipo di 923,26 euro abbiamo:
- 102,34 euro di contributi (pari all’11,15%)
- 287,11 euro di Irpef (pari al 35%)
Quindi abbiamo un 46,15% di trattenute tra contributi e irpef. Ma non è finita qui!
In sede di conguaglio fiscale al 46,15% bisognerà aggiungere anche l’addizionale Comunale e Regionale che porteranno la pressione fiscale vicino al 50% e, in alcuni casi, a superarla. Specie per chi risiede in queste 2 Regioni che dal 1° gennaio 2024 subiranno un’ulteriore stangata.
Ecco i dati che saranno riportati nella CU (aggiornati con tredicesima e anticipo IVC)
La nostra docente, che fino al 2022 arrivava a malapena a 26 mila euro di imponibile fiscale e con un’aliquota massima del 25% quest’anno vede lievitare il proprio reddito al di sopra dei 29 mila euro:
La docente – con il mese di dicembre dove sono stati erogati tredicesima mensilità e anticipo IVC – è passata dallo scaglione di reddito inferiore a 28 mila euro (dove l’aliquota massima applicata è il 25%) allo scaglione di reddito successivo, dove l’aliquota massima è pari al 35%.
NoiPA ha automaticamente variato l’aliquota dal 25% al 35% tassando tredicesima e anticipo IVC ad aliquota massima del 35%.
In questo modo la docente, si troverà una differenza a credito di irpef di 105,34 euro – che sarà liquidata a febbraio 2023.