Percettori SFL 350€, niente pagamenti. E INPS non risponde

Sfl

I percettori del Supporto per la Formazione e il Lavoro, l’indennità di 350 euro che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza per gli ‘occupabili’, non ricevono i pagamenti. Sarebbero solo una minima parte coloro in questi mesi, ottobre e novembre, hanno ricevuto gli accrediti.

E’ quanto messo in luce da Il Fatto quotidiano che da giorni sta portando avanti un’inchiesta giornalistica che coinvolge direttamente Ministero del Lavoro e Inps.

SFL 350 euro non arriva

Nel centro del mirino c’è la Piattaforma SIISL che secondo quanto scrive il quotidiano diretto da Marco Travaglio, “non funziona” e i soldi arrivano “col contagocce”. I ritardi ci sono, come dimostrato da TuttoLavoro24.it che ha messo in luce come i pagamenti in alcuni casi arrivino mesi dopo, con il saldo degli arretrati.

A lamentarsi non sarebbero però solo i percettori ma anche i Centri per l’Impiego e gli enti di formazione che “parlano di utenti in regola che non ricevono un euro”.

La Ministra del Lavoro Marina Calderone parla di “accuse false”. Ma non aggiunge dettagli utili a far luce sulla vicenda. Né, stranamente, INPS si fa avanti offrendo le informazioni che Il Fatto quotidiano chiede da giorni: quanti tra i 120.000 titolari del Supporto Formazione e Lavoro stanno ricevendo l’indennità? E quanti sono gli ex percettori RdC che si sono iscritti al SFL con la promessa di avere 350 euro mensili per 12 mesi che finora sono rimasti senza un sostegno al reddito?

INPS non da risposte

L’occasione poteva essere il comunicato stampa Inps uscito ieri, in cui si forniscono alcune precisazioni sul funzionamento della Piattaforma SIISL. Un modo per far chiarezza rispetto alle voci circolate nei giorni scorsi.

Nessun dato però emerge sul numero dei percettori SFL che avrebbero finora ricevuto gli accrediti di 350 euro. Perché? Premesso che sono dati di cui Inps è necessariamente in possesso, è possibile che siano tenuti segreti nel cassetto per scelta politica, su indicazione del Ministero del Lavoro che teme ulteriori accuse di ‘riforma flop’?