Sui rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro del comparto Scuola e Sanità arriva il via libera del Governo. Parliamo dei rinnovi dei contratti relativi al periodo 2019-2021. I lavoratori ora attendono l’erogazione degli arretrati e aumenti. Vediamo qual è la situazione.
Scuola e Sanità, il Governo autorizza le erogazioni stipendiali
L’autorizzazione sulle due ipotesi di accordo di rinnovo dei CCNL è arrivata ieri, direttamente dal Consiglio dei ministri. Si tratta dei contratti sottoscritti tra ARAN e sindacati che interessa il personale:
- del comparto Istruzione e ricerca – triennio 2019-2021, firma del 14 luglio 2023;
- dell’area Sanità – triennio 2019-2021, firma del 28 settembre 2023.
Ora il Ministro per la pubblica amministrazione Paolo Zangrillo può procedere con gli atti conseguenti, insomma può liberare le risorse per l’erogazione delle spettanze a favore dei lavoratori.
Prima di dare attuazione all’impegno di spesa deve arrivare la certificazione positiva da parte della Corte dei Conti, come fatto recentemente a proposito del rinnovo CCNL dell’Area Funzioni Centrali. A seguire ARAN e sindacati dovranno sottoscrivere l’intesa definitiva. In considerazione dell’approssimarsi del periodo festivo i tempi potrebbero allungarsi fino a slittare all’inizio del nuovo anno. Nel frattempo i lavoratori maturano nuovi arretrati.
Rinnovo CCNL Scuola e Sanità 2023, quali aumenti?
Giunge con notevole ritardo la sottoscrizione del CCNL comparto Sanità: il 28 settembre scorso è stata siglata l’intesa per il triennio 2019-2021 oramai trascorso. Al personale sanitario viene riconosciuto un incrementi stipendiale a regime del 4.5%, che corrispondono a circa 290 euro mensili a regime. Gli arretrati maturati fino al 31.12.2023 ammontano al circa 10.700 euro.
Lo stesso vale per il CCNL Istruzione e Ricerca, la cui parte economica è stata siglata (e liquidata ai dipendenti) a dicembre 2022, mentre il 14 luglio 2023 si è arrivati all’intesa complessiva che ha adeguato anche alcune voci stipendiali. Il personale scolastico, di Università e Afam attendono quindi gli arretrati (qui gli importi) e gli aumenti. I tempi di erogazione sembravano poter accelerare questo dicembre ma ora è oramai evidente che si andrà ai primi mesi del 2024.