Reddito di Cittadinanza e Assegno di Inclusione, c’è preoccupazione per quello che sarà: il primo sta per finire, il secondo farà a breve il suo debutto sulle scene.
Dal nuovo sussidio “targato Meloni” saranno estromesse tutte le famiglie composte da soli soggetti immediatamente occupabili tra i 18 e i 59 anni: queste potranno affidarsi, ma solo per un anno, al Supporto per la Formazione e il Lavoro da 350 euro al mese. A patto che abbiano un ISEE sotto i 6.000 euro.
Da qui nasce la preoccupazione, non solo delle famiglie ma anche di molti addetti ai lavori e delle amministrazioni locali, come quella di Torino.
Assegno Inclusione e RdC: gli effetti
Nel capoluogo piemontese – solo per fare un esempio – sono 6.850 i nuclei familiari che hanno continuato a percepire il Reddito di Cittadinanza fino a dicembre. Circa 5.000, invece, i beneficiari che l’hanno perso nel corso del 2023. Da gennaio 2024 non lo avrà più nessuno, per effetto della Legge di Bilancio 2023.
Le conseguenze saranno tragiche, soprattutto perché i due sussidi sostitutivi (il Supporto Formazione Lavoro e l’Assegno di Inclusione) non coprono l’intera platea dei percettori RdC: il SFL ha un ISEE più basso di quello che serviva ad accedere al RdC, l’AdI invece spetta a solo alle famiglie con membri disabili, over 60, minorenni o in condizioni di svantaggio.
Ad analizzare gli effetti di tali esclusioni dalle nuove misure è Jacopo Rosatelli, l’assessore al Welfare del Comune di Torino. Lo fa “sfogandosi” con La Stampa, il principale quotidiano torinese:
«Temiamo altre estromissioni, soprattutto tra i cittadini con meno di sessant’anni. E il nuovo reddito di inclusione non sarà in grado di tutelare tutti. […] Le conseguenze le vedremo a partire dal prossimo anno, ma sono facilmente immaginabili: un aumento delle morosità e degli sfratti, tanto sul mercato privato quanto nell’edilizia residenziale pubblica, una maggiore richiesta di assistenza alimentare, una crescita della povertà educativa dei bambini, la tendenza a rinunciare alle cure per chi non ha possibilità di rivolgersi al privato, complici anche le difficoltà del servizio sanitario nazionale che si riverberano sulle liste d’attesa o sulla cancellazione delle prestazioni».
Gli effetti della sospensione del Reddito di Cittadinanza saranno dunque molteplici e non meramente circoscritti alla sfera economica. Il rischio è che le ripercussioni scatenino una reazione a catena che coinvolgerà più aspetti della vita quotidiana e da cui le famiglie colpite difficilmente riusciranno a sottrarsi.