Aumenta l’addizionale Irpef in 3 Regioni italiane a partire dal 1° gennaio 2024. A farne le spese saranno i lavoratori dipendenti come quelli della pubblica amministrazione.
La riforma Fiscale che fa scendere gli scaglioni di prelievo Irpef da 4 a 3 porterà un beneficio solo apparente per i questi lavoratori. Vediamo perché.
Le Addizionali Irpef fanno abbassare gli stipendi
Su pensioni, stipendi e altri redditi da lavoro si applica l’Irpef che ha 3 livelli di prelievo: Irpef (statale), Addizionale Regionale e Addizionale Comunale.
Mentre l’Irpef nazionale scende dal 25 al 23% per coloro che hanno un reddito annuo tra i 15.000 ai 28.000 euro, sui territori le Amministrazioni locali aumentano la tassazione e fanno scendere gli stipendi netti. Lo stesso vale per pensioni e altri redditi assimilati al lavoro dipendente.
Addizionali Irpef: quali Regioni le aumentano dal 2024
Tralasciando gli aumenti delle Addizionali comunali previsti dai singoli comuni, i lavoratori dipendenti dal 1° gennaio prossimo dovranno fare i conti con l’aumento delle addizionali regionali. Si tratta di coloro che risiedono in Lazio, Toscana e Molise.
In queste regioni, stando alle stime dei sindacati, ci sarà una perdita annuale sugli stipendi che va dai 200 ai 430 euro.
Addizionale Irpef Toscana 2024
Partiamo dalla Toscana. Nella regione amministrata da Eugenio Giani, PD, le aliquote saliranno:
- dall’1,68 al 3,32% per i redditi tra 28 mila e 50 mila euro lordi annui;
- dall’1,73% al 3,33% per i redditi oltre i 50 mila euro lordi annui.
Di fatto un aumento che arriva quasi al raddoppio. Mentre la situazione rimarrà invariata per coloro che hanno redditi fino a 28.000 euro.
Addizionale Irpef Lazio 2024
Nel Lazio amministrato dal centro-destra l’aliquota dell’Addizionale Irpef tornerà ad essere del 3,33% per i redditi tra 15.000 e i 35.000 euro. Fino al 2023 infatti il prelievo è stato dell’1,73%.
Addizionale Irpef Molise 2024
Analoga situazione in Molise amministrato da Francesco Roberti a guida di un’amministrazione di centro-destra.
Qui ad essere colpiti saranno anche i redditi fino a 15.000 euro si passa dall’attuale prelievo dell’1,73% al 2,03%. Mentre nello scaglione successivo tra 15.000 a 28.000 euro si passa dall’1,93 al 2,23%. Ad essere penalizzata anche i cosiddetti “ceti medi” che hanno un reddito tra i 28.000 a 50.000: per loro l’aliquota sale al 3,33% dall’attuale 2,43 e 2,63% con la maggiorazione.