I supplenti della scuola con contratto breve e saltuario non ricevono il pagamento dello stipendio dal mese di settembre. C’è il rischio che le attività scolastiche si possano bloccare a causa di dimissioni di massa di precari esasperati per i mancati pagamenti delle retribuzioni.
Il grido di allarme lanciato da una Scuola
A paventare l’ipotesi di dimissioni di massa, o meglio, di rifiuti di proroghe di contratti, è un Istituto Comprensivo della provincia di Rovigo.
Il caso tuttavia, non riveste una valenza locale, per la situazione è simile in tutte le aree del Paese. Gli impiegati della segreteria dell’Istituto sono sotto stress per le proteste del personale precario che – giustamente – pretende la retribuzione.
L’Istituto, nella lettera-appello inviata all’Ufficio Scolastico Regionale e ad altri uffici pubblici, lamenta il fatto che il personale precario non è più in grado di anticipare le spese per lo svolgimento dell’attività didattica.
Il ministro aveva annunciato la riduzione dei tempi per il pagamento delle retribuzioni
Il 6 agosto scorso 2023, intervistato da un autorevole quotidiano nazionale, il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara annunciava la riduzione dei tempi del pagamento degli stipendi dei supplenti brevi e saltuari. La notizia era stata ripresa in questo articolo da TuttoLavoro24.it.
Il Ministro aveva fatto questa dichiarazione a La Stampa:
“Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara assicura che il ministero è al lavoro per normalizzare la situazione e che dal prossimo anno i ritardi scompariranno. Il punto 11 del Piano di Semplificazione presentato lo scorso aprile in Consiglio dei ministri, infatti, è dedicato alle supplenze brevi e saltuarie e promette che «si ridurranno significativamente i tempi» di pagamento degli stipendi che oggi sono in media di 4 mesi”.
Tuttavia, rispetto ai precedenti anni scolastici – ci ha riferito un’assistente amministrativa dell’Istituto – “la situazione è peggiorata rispetto agli anni precedenti.”
Supplenti Brevi, c’è soluzione ai ritardi?
Il problema, secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa, è dovuto alla scarsa collaborazione istituzionale poiché legato al “malfunzionamento del sistema di comunicazione tra il sistema informativo del ministero dell’istruzione e del Merito e quello del Ministero dell’Economia”.
In realtà, quando i fondi non sono sufficienti, NoiPA trasmette subito la comunicazione al Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Questa procedura è stata confermata dalla pagina Facebook di NoiPA (NoiPAsocial).
Gli stipendi saranno pagati nel nuovo anno?
C’è anche quest’anno il forte rischio che gli stipendi vengano pagati di competenza del 2023 slittino al 2024.
In questo caso, il trattamento fiscale è estremamente sfavorevole ai supplenti brevi in quanto, con il pagamento a tassazione separata, non potranno godere delle detrazioni d’imposta e dell’eventuale rimborso IRPEF.