Il rinnovo del CCNL Scuola 2022-2024 non è la priorità del Governo. E’ quanto viene fuori dalle dichiarazioni del Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo in un’intervista concessa al quotidiano Il Messaggero.
Il rinnovo del CCNL Scuola arriverà in ritardo
Con la legge di Bilancio il Governo ha stanziato 8 miliardi di euro per il rinnovo dei contratti collettivi dei comparti pubblici. Una cifra importante se vista in proporzione all’intera Manovra che interessa i conti pubblici. “Insufficiente”, sottolineano a gran voce i sindacati che da tempo chiedono rinnovi in linea con l’inflazione.
Il malcontento serpeggia però non solo tra i sindacati della PA ma anche tra quelli della Scuola che hanno capito che i tempi per il rinnovo del CCNL 2022-2024 arriverà in ritardo. Come già accaduto per la tornata precedente, basti pensare che le tranche retributive del rinnovo 2019-2021 sono ancora ferme alla Corte dei Conti (novità sono attese a giorni).
Oramai è un dato di fatto, visto che ci troviamo all’inizio dell’ultimo anno di vigenza e che il Governo – per guadagnare tempo e consensi – ha anticipato l’IVC per tutto il 2024 con il cedolino paga di dicembre scorso.
Gli aumenti per Docenti e Ata non sono una priorità
Gli aumenti retributivi per Docenti e Ata non sono la priorità. Questa affermazione è confermata dalle parole pronunciate dal Ministro Zangrillo che al quotidiano romano ha sottolineato come i rinnovi dei CCNL che partiranno presso l’ARAN nelle prime settimane del 2024 sono tre: Sanità, Difesa e Enti locali.
Degli 8 miliardi destinati agli stipendi della Pubblica Amministrazione, 3 miliardi sono destinati alla sola Sanità, poi verrà la Difesa, rivela Zangrillo, “perchè si tratta di un comparto molto sollecitato negli ultimi anni”.
‘Terzo in classifica‘ il CCNL Enti locali perchè questi lavoratori “non hanno potuto beneficiare dell’anticipo di dicembre”. Affermazione parzialmente vera, questa del Ministro Zangrillo poichè una parte dei dipendenti degli Enti Locali l’anticipo IVC lo ha ricevuto a dicembre in forza di decisioni prese dalle singole Amministrazioni locali. Come il caso della Regione Lazio, la Sanità della Regione Lombardia, e tanti altri comuni italiani.