I lavoratori del terziario, distribuzione e servizi potranno presto rivedere gli aumenti stipendiali che attendono da più di 4 anni. Ma dovranno essere riviste le regole sulla flessibilità organizzativa, a partire da turni, lavoro domenicale, straordinario e festivo. Un avvertimento per i sindacati Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil.
E’ quanto si apprende da Il Sole 24 Ore in edicola oggi, che fa il punto sulla trattativa del rinnovo del CCNL che riguarda più di 3 milioni di lavoratori, scaduto il 31 dicembre 2019.
Quattro anni senza adeguamenti salariali, con la sfortunata fase inflazionistica che ha sfiorato il 10%, sono un lungo periodo che i lavoratori vogliono lasciarsi alle spalle. La legge di Bilancio per il 2024 è stata definita ed è chiaro il quadro degli incentivi per l’economia, come anche quello per il lavoro. A questo punto se le imprese, a partire da quelle del Commercio e dei Servizi vogliono veder risalire i consumi che non siano solo quelli dei prodotti alimentari, dopo la settimana flop dei saldi di fine stagione, devono necessariamente dare una risposta ai lavoratori.
Confcommercio e Confesercenti disponibili
Confcommercio e Confesercenti non si sono mai tirate indietro sul tavolo negoziale e hanno sempre teso la mano. Come già visto in occasione dell’accordo ponte che ha visto l’erogazione di un acconto economico di 30 euro al 4° livello.
L’ultimo appello dalle principali organizzazioni datoriali è arrivato lo scorso mese di dicembre, a poche ore dallo sciopero. Caduto nel vuoto perchè giunto proprio mentre i sindacati e i lavoratori avevano avviato la mobilitazione in tutta Italia. Troppo tardi dunque.
Per i lavoratori può arrivare un aumento di 200 euro
Ora sono al lavoro le diplomazie, scrive Il Sole 24 Ore, in attesa di trovare un’intesa e una data per chiudere il rinnovo del CCNL. Si studiano strategie, si fanno ipotesi, si tentano avvicinamenti.
”Per Confcommercio – si legge – il possibile riferimento è il contratto dei dirigenti riparametrando gli aumenti riconosciuti per i diversi livelli. Il riconoscimento dell’IPCA non sembra essere in discussione ma per la imprese va tenuto conto sia dell’acconto corrisposto con l’accordo ponte, sia dell’Una tantum”. Insomma aumenti sì, ma non si può ignorare che una parte è già stata anticipata. Da verificare anche la disponibilità di Confesercenti e delle altre organizzazioni che firmano i contratti del settore. Federdistribuzione avrebbe dato una “maggiore apertura sul fronte economico”. Mentre la Distribuzione Cooperativa ha già ‘praticato’ nei fatti la disponibilità a chiudere erogando un altro acconto unilaterale di 30 euro da novembre 2023.
L’ipotesi di prendere a riferimento il ccnl dirigenti delle imprese del commercio può portare 200 euro circa al 4 livello. La proiezione ipotetica, elaborata da TuttoLavoro24.it, è la seguente:
Per le imprese il rinnovo non dovrà riguardare solo la parte economica. Ma anche quella normativa. Non si discuterà più di abbassare la tredicesima e quattordicesima – si apprende – ma le imprese puntano a rivedere le norme su turni, straordinari e festivi.