HomeEvidenzaAllarme Commercio-Turismo: Stipendi fermi al 2019 per 5 milioni di lavoratori

Allarme Commercio-Turismo: Stipendi fermi al 2019 per 5 milioni di lavoratori

Prosegue la mobilitazione sindacale nel settore del Terziario Distribuzione e Servizi, della Distribuzione Moderna Organizzata, della Distribuzione Cooperativa e della filiera del Turismo, della Ristorazione e della Cultura. La conferma arriva dal Segretario Generale Filcams-Cgil Fabrizio Russo che denuncia, a distanza di un mese dallo sciopero del settore, l’inerzia delle controparti.

Sono più di 5 milioni i lavoratori che abbracciano tutti i settori dei servizi, ad essere senza il rinnovo economico e con gli stipendi fermi al 2019. Anche se nelle scorse settimane si era parlato di un’ipotesi di chiusura ispirata al CCNL Dirigenti, che avrebbe potuto portare 200 euro in più sugli stipendi dei dipendenti. Solo ipotesi, per il momento.

“La responsabilità è dei datori di lavoro”

Il dito viene puntato direttamente su Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Cooperazione e Federdistribuzione, colpevoli di un “condotta dilatoria”, si legge in un comunicato. Nel frattempo si attende “una risposta non più differibile in assenza della quale saranno inevitabili la prosecuzione dello stato di agitazione e ulteriori iniziative di lotta”. 

Un atteggiamento grave ed irresponsabile, evidenzia la Filcams, che si ripercuote ogni giorno sulle condizioni materiali di milioni di persone e sulle loro famiglie e che rischia di compromettere definitivamente la tenuta di già fragili sistemi relazionali”.

Politica e Governi assenti

Ma la responsabilità non è solo delle controparti datoriali, scrive Filcams, ma anche “il disinteresse e le disattenzioni, perpetrate per anni, di parte rilevante della politica e delle istituzioni, tra i grandi assenti nella gestione di una vertenza che pure riguarda settori strategici e fondamentali per l’intera economia nazionale”.

Già nei prossimi giorni”, dichiara Fabrizio Russo, Segretario generale della Filcams Cgil, “sulla base delle scelte, o delle non scelte, che imprese e associazioni datoriali riterranno di prendere, stabiliremo come procedere, nel rapporto con le delegate e i delegati e le lavoratrici e i lavoratori interessati e con Fisascat e Uiltucs; l’impostazione unitaria che ha caratterizzato la vertenza fin dalla sua origine rappresenta, per quanto ci riguarda, un valore da preservare”

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