Bonus Mamma 2024, Comuni ancora fermi: il motivo

Soldi

Non sono ancora partiti i termini per la presentazione della domanda del Bonus Mamma 2024, meglio noto come Assegno di maternità comunale. Un assegno erogato dal Comune e riconosciuto alle mamme che non hanno alcuna copertura previdenziale (oppure devono averla entro un determinato importo fissato annualmente).

Il bonus spetta per le nascite, gli affidamenti preadottivi e le adozioni senza affidamento, avvenuti dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024. Tuttavia, ancora i Comuni non hanno sbloccato le procedure per la presentazione delle domande. C’è un motivo ben preciso.

Bonus Mamma 2024, a quanto ammonta?

A riconoscere il Bonus Mamma è l’INPS ma a erogarlo ci pensano i Comuni. I Comuni però non pagano il contributo a tutte le madri indistintamente: è il valore ISEE a fare da spartiacque e a limitare l’accesso al bonus.

Ogni anno la soglia ISEE per stabilire l’accesso o meno alle prestazioni viene rivalutata all’inflazione. A rendere noto annualmente il limite ISEE da tenere in considerazione per avere il Bonus Mamma è l’INPS. INPS che per il 2024 ancora non si è espresso al riguardo.

Maternità Comuni 2024, quale ISEE?

Nel 2023, l’assegno di maternità comunale spettava solo alle madri con ISEE inferiore a 19.185,13 euro. Quest’anno, se venisse confermata la rivalutazione all’inflazione del 5,4% come per le altre prestazioni previdenziali, dovrebbe toccare a chi ha un ISEE in corso di validità sotto i 20.221,12 euro.

Allo stesso modo, anche l’importo verrebbe rivalutato al 5,4%: si passerebbe da un assegno mensile di circa 383 euro a un assegno di 404 euro da riconoscere per 5 mensilità in un’unica soluzione.

Ma finché INPS non ufficializza gli importi e i limiti di reddito per il 2024, i Comuni hanno le mani legate. Di conseguenza, non possono nemmeno avviare la procedura per richiedere il Bonus Mamma.

L’anno scorso, la circolare INPS che stabilisce il limite ISEE per l’accesso alla misura e l’ammontare dell’assegno uscì in data 8 marzo. Purtroppo non è da escludere che l’Istituto Previdenziale possa ripetere la stessa trafila anche quest’anno e impiegare quindi ancora più di un mese prima di comunicare la rivalutazione del 2024.