Sono molti i soggetti che hanno presentato domanda dell’Assegno di Inclusione e si sono viste respingere l’istanza da Inps. Secondo quanto anticipato dalla Ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone si tratta di 112.000 famiglie.
Le ragioni delle bocciature Inps sono fondamentalmente 3, ma non mancano le esclusioni di coloro che hanno presentato domanda con la convizione di rientrare in una delle 9 categorie svantaggiate ma non hanno formalizzato tale requisito nell’invio dell’istanza a Inps.
Non solo bocciatura. Inps ha messo centinaia di domande in stand-by. Tecnicamente la domanda risulta “Acquisita” ma non ancora lavorata. Si tratta di soggetti che hanno richiesto l’AdI tra il 18 dicembre e il 7 gennaio, con annessa sottoscrizione del PAD, e che ora attendono l’esito Inps.
Domande in stand-by
Secondo quanto comunicato da Inps con uno stringato comunicato del 25 gennaio si tratta di 12.222 domande che necessitano di un supplemento di istruttoria. Di fatto si tratta di domande né accolte né respinte, sono in ‘stand-by”, in attesa dell’acquisizione della certificazione attestante il requisito richiesto ai fini del riconoscimento della misura.
Una volta acquisita la certificazione, fa sapere Inps, il pagamento potrà arrivare “dal prossimo 15 febbraio o comunque entro 60 giorni qualora non pervenga la certificazione da parte degli enti preposti”.
Cosa manca?
Per esitare definitivamente le domande Inps vuole la certificazione attestante il requisito richiesto (molto probabile il riferimento alle categorie svantaggiate). La certificazione non deve essere prodotta dal soggetto richiedente ma dagli “enti preposti” (comuni, strutture sanitarie e di cura, ecc.).
Ma della verifica di questi requisiti non doveva occuparsene la piattaforma GEPI, che mette in connessione Inps con gli enti pubblici? Qualcosa è andato storto? Al momento una risposta chiara non c’è. Nel frattempo GEPI risulta inaccessibile proprio a decorrere dal 26 gennaio. Ecco il comunicato uscito:
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