Metalmeccanica, è crisi per oltre 84.000 lavoratori: ecco chi sono

Metalmeccanici

Sono più di 84mila i lavoratori coinvolti dalla crisi del settore metalmeccanico. A metterlo in luce è l’ultimo report del sindacato Fim-Cisl sulla situazione del secondo semestre 2023.

Nel giro di pochi mesi, si legge, si è passati da 83.617 lavoratori coinvolti (31 giugno 2023) a 84.817 (31 dicembre 2023). Con un +1200 lavoratori metalmeccanici oramai a pieno titolo nelle situazioni di crisi legate al settore per un numero di vertenze totali in Italia pari a 334.

Le ragioni sono diverse, spiega il sindacato che fa il punto sull’andamento del settore, le imprese oramai possono finire “mani e piedi” nelle crisi per motivi finanziari, di settore e transizione, legati alla carenza di materie prime e alle tensioni geopolitiche e guerre (da ultimo il conflitto russo-ucraino).

Crisi di Settore

Mentre gli indicatori inflazionistici puntano al ribasso e iniziano a traballare le prospettive retributive dei lavoratori del settore, emerge un certo segnale di rallentamento da parte della produttività del settore, con i numeri dei lavoratori coinvolti in risalita.

Di questi 84.817 la stragrande maggioranza sono coinvolti in crisi di settore. Si parla di 47.358 lavoratori in genere appartenenti a piccole e medie imprese legate all’indotto dei settori dell’auto, dell’elettronica e dell’impiantistica.

Queste delicate situazioni riguardano soprattutto il settore dell’impiantistica con i gruppi AlpitelSirti, Valtellina, Italtel, Site ecc. ormai in ginocchio da molto tempo. Ma anche il settore delle Telecomunicazioni che da solo pesa per 200.000 lavoratori.

Crisi Storiche al Mimit

Poi ci sono oltre 50 “crisi storiche” – così le definisce il sindacato di Corso Trieste – presenti da anni sui tavoli del Ministero per le Imprese e il Made in Italy. Si tratta di aziende sopra i 200 dipendenti (Blutec, Firema, Jsw Piombino ex-Lucchini, Jabil ex-Ilva, ecc.).

Quanto a Piombino, ricorda Fin, c’è da registrare la positiva notizia del mese di gennaio che riguarda il  progetto, promosso dal Governo, per dar vita a un polo siderurgico integrato green, affiancando all’acciaieria ex-Lucchini, ora Jsw Steel Italy del gruppo indiano Jindal, una nuova acciaieria con una capacità produttiva di circa tre milioni di tonnellate costruita appunto dalla joint venture Metinvest-Danieli, leader nelle tecnologie del settore.