Assegno di Inclusione per Svantaggiati: Domande sottoposte a controlli

Adi

Non tutti i richiedenti l’AdI, ossia l’Assegno di Inclusione, sono già al corrente dell’esito della domanda presentata. In più di un caso infatti l’INPS sta effettuando ulteriori controlli, più approfonditi, che portano a un rallentamento delle procedure.

In stand-by ci sono circa 12.000 domande. Tra queste, anche quelle presentate da nuclei familiari in cui sono presenti soggetti svantaggiati. Vediamo meglio.

AdI, chi sono gli svantaggiati?

Hanno diritto all’Assegno di Inclusione le famiglie con un ISEE sotto i 9.360 euro e in cui ci sono soggetti disabili, over 60, minorenni oppure in condizione di svantaggio. Per svantaggiati si intendono quei soggetti inseriti in programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione.

Tra i soggetti svantaggiati rientrano le persone fragili, con disturbi mentali, dipendenze patologiche, vittime di violenza o di tratta, con qualche disabilità, ex detenute, senza dimora o neomaggiorenni che per un provvedimento delle autorità vivono al di fuori della famiglia di origine.

Le domande presentate da tali soggetti o altri componenti il nucleo familiare sono al momento ferme. INPS, infatti, sta approfondendo i controlli, incrociando i dati con quelli in possesso degli altri Enti della pubblica amministrazione.

Domanda AdI, certificazione svantaggio

La lavorazione delle domande presentate dalle famiglie con soggetti svantaggiati è più lunga perché è INPS a dover accertare la veridicità della condizione di svantaggio indicata in fase di presentazione della domanda.

Alla domanda di Assegno di Inclusione, infatti, il soggetto non deve allegare alcuna certificazione che comprovi lo svantaggio. Basta dichiarare di averla, ma occorre averla realmente altrimenti occorre rifarla daccapo.

La conferma giunge dalle FAQ del Ministero del Lavoro:

assegno di inclusione svantaggiati

Dichiarazione Svantaggio nella Domanda INPS

Nell’autodichiarazione INPS chiede di inserire, tra le altre cose, il numero di protocollo (se disponibile) e la data di avvio di un percorso di presa in carico presso i servizi sociali. 

Attenzione però, perché come chiarito dal Ministero del lavoro in un’altra FAQ, le prese in carico attivate “durante la fruizione del reddito di cittadinanza non rilevano di per sé per l’accesso all’Assegno di Inclusione e la segnalazione di componenti in condizioni di svantaggio”.

In molti dunque dovranno munirsi di una documentazione riguardante la presa in carico dei Servizi Sociali aggiornata e rifare una nuova domanda di AdI.