Bonus Mamma anche a Supplenti Scuola, Stagionali, Braccianti, Infermiere: M5S ‘chiama’ la Ministra

Calderone

Il Bonus Mamma offre un aiuto concreto alle lavoratrici madri di almeno di due figli. Fino a 250 euro al mese per tutto il 2024, al lordo delle ritenute Irpef.

L’agevolazione però si applica alle sole lavoratrici a tempo indeterminato. Escluse quindi milioni di donne con compiti genitoriali e con contratti a tempo indeterminato, come le centinaia di migliaia di supplenti della scuola, le stagionali e braccianti agricole.

La norma della legge di Bilancio è però attenzionato da una parte della politica. In particolare dal Movimento 5 Stelle che la reputa discriminatoria. Da qui la proposta di un’interrogazione al Governo. Cosa intendono fare Meloni & C.?

Il Bonus Mamma è discriminatorio

Il Bonus Mamma “è una misura incompleta, discriminante e fallimentare che rispecchia l’incapacità del governo Meloni di sostenere alcune fra le categorie più fragili presenti nel mercato del lavoro, ovverosia una larga fetta delle mamme italiane”. E’ quanto scrivono in una nota due deputate ‘pentastellate’, Gilda Sportiello e Anna Laura Orrico, che sostengono si debba andare oltre la semplice estensione alle lavoratrici a tempo determinato.

La lista delle madri escluse è lunga, come visto in questo articolo di TuttoLavoro24.it. Chi ha un solo figlio, anche se disabile, le domestiche, tutte le dipendenti con contratto a termine (in particolari le supplenti della Scuola, Stagionali, Operaie agricole a tempo determinato – OTD, infermiere, ecc.), ma anche le libere professioniste con partita Iva, le disoccupate e le collaboratrici occasionali.

In particolare, si legge in una nota, nel comparto sanitario “rimangono escluse le numerose specialiste ambulatoriali che il più delle volte non hanno un contratto di dipendenza ma un rapporto convenzionale e per tale motivo sono escluse dal bonus”.

Interrogazione parlamentare alla Ministra del Lavoro

L’elenco è davvero lungo. Conti alla mano, sono più le madri escluse che quelle incluse.

“Per tutte queste ragioni – annunciano Sportiello e Orrico – abbiamo presentato una interrogazione parlamentare al ministro del Lavoro e delle politiche sociali Calderone affinché adotti le iniziative di sua competenza per rimuovere l’ingiusta discriminazione fra lavoratrici e ampliare invece il beneficio del bonus anche alle altre categorie di madri con contratto di lavoro differente da quello a tempo indeterminato”.

A breve dunque alla Camera dei Deputati sarà calendarizzato un botta-risposta durante il quale la Ministra del Lavoro Marina Calderone dovrà spiegare se il Governo intende ancora continuare ad escludere la buona parte delle madri oppure se intende intervenire con un decreto correttivo al riguardo, stanziando ulteriori risorse.