HomeEvidenzaNiente Contributi INPS per le assunzioni di lavoratrici vittime di violenza

Niente Contributi INPS per le assunzioni di lavoratrici vittime di violenza

Le aziende che assumeranno lavoratrici che, in quanto donne, sono state vittime di violenza, non dovranno pagare i contributi previdenziali per un massimo di 8.000 euro annui.

E’ quanto prevede la Manovra di Bilancio per il 2024, su cui è tornato Inps con la circolare n. 41 del 5 marzo 2024 contenente le prime indicazioni operative.

Assunzione Donne vittime di violenza: cosa prevede la legge di Bilancio 2024

Per favorire l’inclusione sociale e lavorativa della donne vittime di violenza beneficiarie del Reddito di Libertà, la legge di Bilancio ha previsto diversi incentivi per l’assunzione:

  • a tempo indeterminato: esonero al 100% dei contributi Inps (no Inali) fino a 8.000 euro annui per 24 mesi;
  • a termine: esonero al 100% dei contributi Inps (no Inali) per un anno, prolungato a un anno e mezzo in caso di trasformazione a tempo indeterminato.

Requisiti delle lavoratrici: in primis il Reddito di Libertà

Requisito principale per avere il beneficio contributivo è l’assunzione di donne vittime di violenza, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, al fine di contribuire a sostenerne l’autonomia.

Vi rientrano tutte le cittadine italiane o comunitarie oppure, in caso di cittadine di Stato extracomunitario, in possesso di regolare permesso di soggiorno.

Le donne devono essere beneficiarie del Reddito di Libertà al momento dell’assunzione oppure nel 2023, e quindi alla data dell’assunzione devono avere i seguenti due requisiti:

  1. essere disoccupata: in forza della previsione di cui all’articolo 19 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150, sono considerati disoccupati i soggetti privi di impiego che dichiarano, in forma telematica, al sistema informativo unitario delle politiche del lavoro, la propria immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro concordate con il centro per l’impiego;
  2. essere percettrice del Reddito di libertà: in coerenza con quanto previsto in riferimento ad altre agevolazioni similari, l’esonero contributivo in questione può essere riconosciuto solo in relazione alle assunzioni di donne percettrici del Reddito di libertà, e non anche alle donne che, avendo inoltrato istanza per il riconoscimento del contributo, abbiano titolo alla prestazione ancorché non l’abbiano ancora percepita.

Limiti di Spesa e compatibilità con altri esoneri

La misura è finanziata dalla legge di Bilancio 2024, che ha stanziato queste risorse per l’esonero contributivo:

–    1,5 milioni di euro per l’anno 2024;

–    4 milioni di euro per l’anno 2025;

–    3,8 milioni di euro per l’anno 2026;

–    2,5 milioni di euro per l’anno 2027;

–    0,7 milioni di euro per l’anno 2028.

Considerato che l’agevolazione consiste in un esonero totale dal versamento della contribuzione datoriale, “essa può essere cumulata – chiarisce Inps con altre misure agevolative, ove ciò non sia espressamente escluso, solo laddove sussista un residuo di contribuzione astrattamente sgravabile e nei limiti della medesima contribuzione dovuta.

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