HomeEconomia & LavoroDipendenti poveri, CGIL denuncia: 5,7milioni guadagnano meno di 11.000€

Dipendenti poveri, CGIL denuncia: 5,7milioni guadagnano meno di 11.000€

“Circa 5,7 milioni di dipendenti guadagnano in media meno di 11 mila euro lordi annui, ma la fascia del lavoro a bassa retribuzione è ancora più ampia: vanno infatti aggiunti oltre 2 milioni di dipendenti con salari medi inferiori ai 17mila euro annui”

È quanto si apprende da uno studio dell’Ufficio Economia dell’Area Politiche per lo Sviluppo della Cgil Nazionale, nel quale si analizzano gli stipendi medi in Italia e la condizione contrattuale di 16.978.425 dipendenti.

Al centro della rilevazione del sindacato, nella sintesi offerta da Collettiva.it: i ritardi nei rinnovi contrattuali, la discontinuità lavorativa, il falso lavoro part time e la precarietà contrattuale.

CCNL rinnovati con ritardo

Secondo il sindacato guidato da Maurizio Landini tra le ragioni dei bassi salari c’è il notevole ritardo con cui vengono rinnovati i contratti collettivi nazionali di lavoro. Questo determina che in Italia esiste costantemente “un’elevata quota percentuale di lavoratori con salari non aggiornati“.

Precari e Part time: giù gli stipendi

La precarietà abbassa gli stipendi dei dipendenti in particolare nel settore pubblico, mentre nel privato la “colpa” è anche del part-time spesso involontario.

Come recuperare? La ‘ricetta’ Cgil

Nel 2022 5,7 milioni di dipendenti ha avuto uno stipendio di 850 euro netti mensili e altri 2 milioni sono arrivati appena a 1.200 euro al mese. Mediamente il valore annuo dello stipendio è stato 22.839 euro lordi, “il 59,7% di questa platea – si legge – ha salari medi inferiori alla media generale, ed è composto da oltre 7,9 milioni di dipendenti discontinui e da oltre 2,2 milioni di lavoratori part time per l’anno intero”.

“E la situazione non è certo migliorata nel 2023 – aggiunge Christian Ferrari, Segretario Confederale Cgil – anno in cui l’inflazione ha raggiunto il 5,9%, cumulandosi con quella dei due anni precedenti, raggiungendo un totale del 17,3%”.

La soluzione, secondo il sindacato di Corso d’Italia, è “intervenire contestualmente su tutti i fattori che determinano i bassi salari: precarietà, discontinuità, part time involontario, basse qualifiche e gravi ritardi nel rinnovo dei contratti”.

I dati OCSE sui salari

Secondo Cgil occorre anche tentare di mettersi in linea con gli altri Paesi OCSE, tra i quali l’Italia sconta maggiore sofferenza salariale. Nel 2022 il salario medio in Italia si è attestato a 31,5 mila euro lordi annui, molto più giù di Germania (45,5 mila) e Francia (41,7 mila).

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