Il personale della Scuola non ha torto quando lamenta che gli stipendi sono sempre uguali e gli aumenti sono irrisori.
Andremo a dimostrare in questo articolo come insegnanti e personale ATA abbiano ragione dal punto di vista aritmetico prendendo ad esempio lo stipendio di un’insegnante elementare.
La matematica non è un’opinione
Abbiamo preso in considerazione tutti gli assegni lordi elencati nel cedolino da gennaio 2019 a marzo 2024 e li abbiamo riportati nelle tabelle per facilitare la lettura.
Nel mese di gennaio 2019 le voci lorde della retribuzione davano un lordo di 1.951,94.
Ad aprile 2019, viene erogata l’indennità vacanza contrattuale per l’anticipo del CCNL 2019-2021 pari ad € 7,05 mensili. Vale a dire lo 0,42% dello stipendio + l’IIS conglobata.
A luglio 2019 l’indennità vacanza contrattuale CCNL 2019-2021 viene elevata allo 0,7%
Nel mese di luglio 2020 il bonus di 80 euro viene elevato a 100 euro.
La riforma fiscale del 2022
A marzo 2022 entra in vigore la riforma fiscale. Viene abolito dal cedolino il bonus da 100 euro. In compenso il Governo abbatte di 2 punti l’aliquota irpef dal 27% al 25%.
L’abbattimento dell’aliquota irpef non è sufficiente a coprire i 100 euro che sono stati tolti e viene erogata una decontribuzione del 2% sottoposta a limiti.
Nel mese di aprile 2022 viene erogata la vacanza contrattuale relativa alla tornata contrattuale 2022-2024.
La seconda indennità vacanza contrattuale è calcolata sullo 0,3% dello stipendio + iis conbglobata di gennaio 2019.
A luglio 2022 viene incrementata l’indennità vacanza contrattuale di un altro 0,2%.
L’applicazione del contratto scuola
Nel mese di gennaio 2023 viene applicata la parte economica del CCNL Comparto Scuola firmato il 6 dicembre 2022.
Come possiamo vedere, lo stipendio tabellare incrementa di circa 63 euro lordi. In effetti l’autmento effettivo è di circa 50 euro lordi perché viene incamerata l’indennità vacanza contrattuale di 11,75 euro.
Nello stesso tempo la Retribuzione Professionale Docenti aumenta di 10 euro.
Il contratto firmato il 6 dicembre 2022 prevedeva che, entro due mesi dalla sottoscrizione, lo stipendio tabellare avrebbe assorito l’assegno perequativo.
L’assegno perequativo quindi scompare dalle voci stipendiali e va ad incrementare lo stipendio base.
Infatti, come possiamo vedere dalla tabella, il totale rimane invariato a 1.951,15 euro.
A marzo 2023 l’indennità vacanza contrattuale viene incrementata di 40 centesimi lordi mensili.
Con la legge di bilancio 2023 il governo Meloni non destina alcun fondo per incrementare la retribuzione dei dipendenti pubblici salvo l’erogazione di un’una tantum pari al 1,5% dello stipendio + IIS conglobata che viene corrisposto, per la Scuola, nel mese di luglio 2023 con contestuale corresponsione degli arretrati maturati nel I semestre.
Nel mese di gennaio 2024 sparisce dal cedolino l’una tantum in quanto non è stata rinnovata dalla legge di bilancio 2024.
Arriviamo quindi a marzo 2024 dove c’è stato l’ultimo incremento che riguarda l’aumento di poco più di 10 euro mensili della retribuzione professionale docenti.
Siamo partiti da un lordo di 1.951,94 di gennaio 2019 per arrivare a marzo 2024 ad un lordo di 1.961,85.
Stipendi Scuola, più che aumenti, partite di giro
Come abbiamo visto dalle tabelle, ci sono stati, più che aumenti, assegni che comparivano e sparivano (assegno temporaneo una tantum 2023), altri che sono andati ad incrementare lo stipendio base come in una partita di giro (assegno perequativo, indennità vacanza contrattuale)
Abbiamo quindi riassunto in un grafico l’andamento delle retribuzioni del comparto scuola riferito ad una insegnante di scuola primaria.
Anche per le altre figure professionali del comparto scuola la differenza, ovviamente, non cambia.