Metalmeccanici, 35 ore settimanali per tutti è possibile. Parla il Segretario Generale Fim-Cisl

Metalmeccanici

E’ possibile raggiungere un accordo nazionale con Federmeccanica e Assistal sulla riduzione dell’orario di settimanale di lavoro a 35 ore a parità di stipendio?

E’ questa una delle domande che più riecheggia nelle giornate che precedono la trattativa per il rinnovo del CCNL Metalmeccanica Industria, dopo la presentazione della piattaforma sindacale di Fim-Fiom-Uilm che mette al centro il tema della durata settimanale della prestazione lavorativa. E la sua compatibilità con il fattore “tempo”, inteso come di “non lavoro”, sempre più valorizzato anche dai lavoratori metalmeccanici.

Prova a dare una prima, possibile, risposta il neo Segretario Generale Fim Cisl Ferdinando Uliano, che dal 20 marzo ha raccolto l'”eredità” di Roberto Benaglia, proprio alla vigilia del negoziato per il rinnovo del ccnl.

35 ore settimanali per i Metalmeccanici: soluzione già vista in molte aziende

Intervistato dal quotidiano Avvenire il Ferdinando Uliano si sofferma proprio sulla richiesta di chiarimento in merito alle 35 ore settimanale. Per ora si tratta solo di una rivendicazione salariale, che dovrà essere valutata dal sistema delle imprese. Ma il leader Fim-Cisl si dichiara già ottimista su un aspetto: la richiesta è sostenibile.

E prova a spiegare il perché:

“La riduzione dell’orario di lavoro è stata già attuata in alcuni casi, ad esempio in Lamborghini, con successo. Noi pensiamo che sia sostenibile dal punto di vista aziendale: ci sono già forme di riduzione dell’orario come i permessi retribuiti, e i recuperi di produttività realizzati grazie alle tecnologie e all’intelligenza artificiale. La nostra idea è iniziare con una fase sperimentale in questo contratto“.

La trasformazione della settimana lavorativa a 35 ore non è una novità, dunque. Ci sono già molte grandi aziende che la praticano, anche attraverso la riduzione del monte permessi e con i recuperi orari. Si tratta quindi di avviare una sperimentazione più allargata, che solo il contratto nazionale può fare. E’ questo quindi l’obiettivo primario dei sindacati. Non proprio una richiesta da far tremare le aziende….