Il giorno di Pasqua, così come qualsiasi altro giorno festivo, se lavorato, è retribuito con una maggiorazione sulla normale retribuzione.
Quest’anno si parla di Pasqua bassa, perché la festività cade presto in calendario: sarà domenica 31 marzo. Lavorare in un giorno festivo garantisce sempre un riconoscimento maggiore al lavoratore.
Vediamo come si comportano la Pasqua e la Pasquetta in busta paga.
Festività non lavorate
Diversa la retribuzione per chi a Pasqua lavora rispetto a chi non lavora. Chi non lavora, perché magari fa un orario di ufficio e la domenica non è solito recarsi a lavoro, non riceverà una particolare quota aggiuntiva nella busta paga. I lavoratori dipendenti, quindi, non godranno di un trattamento economico specifico.
Stesso discorso vale per la Pasquetta, che nel 2024 si festeggerà lunedì 1° aprile.
Quando le festività sono godute e non si è prestato alcuna attività lavorativa ai lavoratori non retribuiti in misura fissa mensile (di solito operai e/o lavoratori somministrati, ma dipende dai CCNL) verrà riconosciuto un trattamento economico di festività rapportato a un 1/6 della retribuzione settimanale.
Fanno eccezione alcuni particolari contratti collettivi, che disciplinano le festività pasquali in maniera particolare.
Aumenti per chi lavora a Pasqua
Chi invece il giorno di Pasqua e Pasquetta è costretto a lavorare (pensiamo a tutto il settore della ristorazione oppure alle strutture alberghiere o ricettive, ma anche a chi lavora negli ospedali), godrà sicuramente di un incremento.
Oltre alla normale retribuzione, sarà riconosciuto in più un compenso per le ore lavorate incrementato delle maggiorazioni percentuali per lavoro festivo come da Ccnl applicato e nei contratti collettivi nazionali di lavoro.