HomeEvidenzaSmart Working, ecco chi può averlo dal 1° aprile “con priorità”

Smart Working, ecco chi può averlo dal 1° aprile “con priorità”

Dal 1° aprile 2024 viene cancellato il diritto al lavoro agile nel settore privato, che si mette ‘in pari’ al pubblico impiego, e si ritornerà alla normativa pre-emergenziale.

Si tratta della legge n. 81 del 2017 che stabilisce che lo smart working potrà essere attivato in caso di:

  • regolamento aziendale, unilaterale;
  • accordo individuale tra datore e lavoratore;
  • accordo sindacale.

L’accordo o la decisione unilaterale possono essere a termine o a tempo indeterminato.

La legge fissa anche una scala di priorità nell’assegnazione dello smart working, si tratta di un elenco tassativo a cui deve guardare con attenzione sia la negoziazione individuale che quella sindacale.

Smart Working, chi ha priorità?

E’ bene sottolineare che la normativa del 2017 non riconosce un diritto ad ottenere il lavoro agile ma solo una casistica che il datore, sia pubblico che privato, deve valutare prioritariamente in caso di richieste da parte dei lavoratori e di attivazione di questa modalità di lavoro.

Questi i casi che attribuiscono maggior tutela ai lavoratori e alle lavoratrici:

  • figli fino a 12 anni di età,
  • figli disabili senza alcun limite di età;
  • disabilità accertata del lavoratore o della lavoratrice in situazione di gravità accertata;
  • lavoratori e lavoratrici caregivers, che hanno carichi di cura di un soggetto fragile.

Priorità ai lavoratori dipendenti anziani

Un ulteriore livello di priorità è quello previsto dal Decreto Anziani, il decreto legislativo n. 29 del 2014 che mira a promuovere l’invecchiamento attivo nei luoghi di lavoro anche attraverso specifici cambiamenti organizzativi.

Il comma 2 dell’art. 5 di questo Decreto stabilisce quanto segue:

Il datore di lavoro adotta ogni iniziativa diretta a favorire le persone anziane nello svolgimento, anche parziale, della prestazione lavorativa in modalita’ agile, nel rispetto della disciplina prevista dai contratti collettivi nazionali di settore vigenti”.

Parliamo, in questo caso del riconoscimento del diritto ai lavoratori che hanno raggiunto almeno i 65 anni età.

RIPRODUZIONE RISERVATA – I siti web che intendono riprodurre, anche parzialmente, i contenuti del presente articolo sono tenuti ai sensi della Legge sul Diritto di Autore, a citare la fonte "TuttoLavoro24.it" e a creare specifico link all'articolo. Abusi saranno segnalati a Google e Meta (Facebook) per l'immediata rimozione..
spot_img
spot_img
spot_img
- Advertisment -