Assegno di Inclusione, pagamenti lenti: il Ministero sollecita le ASL [LA NOVITA’]

Adi

I pagamenti dell’Assegno di Inclusione proseguono a rilento, soprattutto in quelle famiglie in cui sono presenti membri in condizione di svantaggio.

Il Ministero del Lavoro sta dunque sollecitando le ASL e le amministrazioni territoriali competenti a svolgere più velocemente le loro attività di conferma della certificazione.

Assegno di Inclusione per svantaggiati: come funziona

Tra i beneficiari dell’Assegno di Inclusione, il sussidio che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza, ci sono le famiglie in cui sono presenti soggetti inseriti in programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione. Si tratta di persone con disturbi mentali, disabilità fisiche o psichiche, con dipendenze patologiche, vittime di violenza, ex detenute, ecc. Persone in condizione di svantaggio, appunto.

In sede di domanda queste sono tenute ad autodichiarare il possesso della certificazione attestante tale condizione. Spetterà poi all’amministrazione che ha adottato il relativo provvedimento ad attestare la veridicità della dichiarazione. Per farlo ha 60 giorni di tempo da quando le INPS invia la notifica, come specificato nel messaggio INPS n. 623 del 10 febbraio 2024. 

Tale meccanismo di silenzio-assenso avrebbe come scopo quello di velocizzare le procedure di pagamento dell’Assegno di Inclusione. Tuttavia, pare che le abbia rallentate.

Il richiamo del Ministero del lavoro

Nella nota n. 6062, il Ministero del Lavoro sottolinea infatti come «l’invio massivo di domande ai Comuni, ritardato rispetto alla data di sottoscrizione del PAD, ha determinato difficoltà nella gestione dei primi appuntamenti con i nuclei beneficiari da parte dei servizi sociali dei Comuni nei tempi prescritti».

Il ritardo delle convocazioni dei percettori dell’Assegno di Inclusione da parte dei servizi sociali è quindi dovuto in parte anche al ritardo da parte delle strutture sanitarie (o delle amministrazioni più in generale) nel confermare la sussistenza della condizione di svantaggio dei soggetti richiedenti l’AdI.

Se le ASL non attestano la condizione di svantaggio per tempo, tutto l’ingranaggio subisce dei rallentamenti, finendo per incepparsi. I servizi sociali non convocano, i soggetti beneficiari non posso sottoscrivere il Patto di Servizio personalizzato e, pertanto, i pagamenti dell’Assegno di Inclusione non partono.

Per rimediare a questo circolo vizioso, il Ministero del Lavoro ha quindi ritenuto necessario sollecitare gli uffici affinché accelerino le operazioni di conferma, così da permettere all’INPS di erogare il sussidio più velocemente rispetto a quanto fatto finora.