Bonus e riforma Irpef, Governo in crisi: a rischio sia i beneficiari che gli esclusi

Meloni

Sembra quasi certo oramai, che una volta che sarà formato il nuovo Parlamento europeo, dopo le elezioni di giugno, la Commissione europea raccomanderà al Consiglio una procedura di infrazione verso l’Italia.

Al centro della diatriba la spesa pubblica italiana stimata con l’ultima Legge di Bilancio. Secondo i tecnici di Bruxelles il disavanzo italiano, nel rapporto deficit/PIL, supererà ampiamente il tetto massimo del 3% previsto dai trattati europei.

Urge quindi una revisione dell’impianto di riforme molto costose come quella delle pensioni, con le uscite anticipate, i nuovi scaglioni Irpef e gli esoneri contributivi attualmente attivati per i lavoratori dipendenti: Bonus Meloni e Bonus Mamma.

Bonus Meloni e Mamma: cosa sono

Il Bonus Meloni è l’esonero contributivo del 7-6%, a scaglioni, per redditi da lavoro dipendente fino a 1923,07 e 2.692 euro mensili, che porta ai lavoratori un beneficio massimo di 160 euro circa (al lordo dell’Irpef).

Il Bonus Mamma è un esonero del 100% sui contributi fino ad un massimo di 250 euro mensili (al lordo dell’Irpef) per la quota a carico delle madri con 2 o 3 figli.

Entrambi i Bonus portano ad un aumento dello stipendio netto mensile. Ma anche ad un aumento della base imponibile fiscale, quindi ci si paga più tasse.

C’è poi la riforma Irpef degli scaglioni, che ha portato l’aliquota del 23% anche ai redditi fino a 28.000 euro. Ma solo per il 2024.

Perchè rischiano i Beneficiari ma anche gli Esclusi

Tutte riforme che entrano in crisi se il Governo dovrà mettere mano agli equilibri di Bilancio dovendo trovare ulteriori risorse. Forse già da fine giugno con una manovra-bis.

Il taglio del cuneo contributivo – il Bonus Meloni – ad esempio, da solo, costa 10 miliardi. La riforma Irpef 4,3 miliardi di euro: un beneficio solo per chi ha redditi tra 15.000 e 28.000 euro. Come trovare nuove risorse per confermare il tutto nel 2025? E’ proprio questo il problema.

Al momento non c’è una soluzione in vista, ma secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore nella versione on-line, la situazione per il Governo non è delle più semplici in quanto:

“La procedura di infrazione complica – non vi è dubbio – la caccia alle risorse e una volta escluso il ricorso a nuovo deficit (che pare non compatibile con il percorso di rientro che sarà fissato in sede europea) il focus non potrà che spostarsi su un mix di tagli alla spesa e maggiori entrate”. 

Oltre alle correzioni deve almeno trovare i “20 miliardi che serviranno solo a confermare per un altro anno alcune delle misure portanti della manovra 2024, finanziate solo per un anno”. I Bonus e la riforma Irpef, per l’appunto. Ma anche le uscite pensionistiche anticipate.

Quindi non è da escludere che il problema risorse insufficienti possa tradursi in un restringimento della platea dei beneficiari attuali oppure una riduzione dell’agevolazione. Certamente più complicata si fa la posizione di chi escluso da ogni misura, è alla finestra in attesa di poter accedere a una delle diverse forme di bonus.