A Napoli nessun lavoratore potrà essere retribuito a meno di 9 euro l’ora. Lo prevede una nota di aggiornamento al Documento Unico di Programmazione – DUP approvata al Consiglio Comunale su proposta dei partiti di centro-sinistra. Voto contrario è arrivato dagli esponenti dei Fratelli d’Italia, Forza Italia e il Gruppo Maresca.
Napoli come altre città: salario minimo a 9 euro negli appalti
La città partenopea si “allinea” con quanto già previsto nelle scorse settimane dai comuni di Bacoli (NA), Pellezzano (SA), Livorno, Firenze e – da poco – anche Modena.
Il salario orario di 9 euro dovrà essere la regola per tutti i dipendenti di aziende coinvolte negli appalti affidati dal Comune: edilizia, impiantisti, gestione verde pubblico, servizi sociali e assistenziali, ecc. Ma non è tutto.
Il documento approvato dal Consiglio comunale di Napoli – al pari di quanto fatto a Bacoli – coinvolge non solo le aziende affidatarie negli appalti, quelle che quindi eseguono lavori o opere per conto del Comune, ma anche le aziende concessionarie di spazi pubblici.
Salario minimo a 9€ nei Bar Ristoranti e Pizzerie di Napoli
Negli ultimi due anni Napoli è invasa da turisti. Trovare una camera di albergo o di B&B al centro città è un’operazione assai complicata e i prezzi sono alle stelle. Nel settore turistico però i salari di camerieri, baristi, addetti alle cucine, aiuti pizzaioli, ecc. sono fermi da tempo. Il CCNL del Turismo firmato da Fipe-Confcommercio e i sindacati Filcams-Fisascat-Uiltucs, è scaduto dal 2021 e le trattative per il rinnovo sono in stallo.
A dicembre dello scorso anno i sindacati hanno persino proclamato lo sciopero ma nulla nel frattempo si vede, per i lavoratori che hanno ricevuto l’ultimo adeguamento di 20 euro con il cedolino paga di dicembre 2021.
Ed è proprio il settore turistico che intende colpire il nuovo provvedimento del Consiglio Comunale napoletano: i 9 euro dovranno divenire il nuovo minimo salariale per tutti i lavoratori dipendenti di aziende occupanti di spazi pubblici in concessione, come bar, ristoranti, pizzerie, alberghi, stabilimenti balneari, ecc. e per tutti i casi in cui l’ente comunale deve autorizzare l’esercizio di attività anche commerciali.
Insomma a chi