Aziende Alimentari, 10.236€ di aumenti a tutti i lavoratori della cooperazione

Lo stipendio dei lavoratori dipendenti delle aziende del settore della Cooperazione Alimentare salirà di 280 euro al mese.

Lo prevede l’accordo di rinnovo del CCNL Cooperazione Alimentare 2023-2027 scaduto il 30 novembre 2023, come da annuncio dei 3 sindacati firmatari Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil. Vediamo i dettagli del rinnovo che introduce novità anche con riguardo ai diritti e al welfare.

Nuovi aumenti retributivi

L’aumento di 280 euro si pone in linea di continuità con l’accordo di rinnovo del CCNL Alimentare Industria sottoscritto a fine febbraio, che prevede l’erogazione di medesimi adeguamenti retributivi ai lavoratori.

Per i lavoratori delle aziende della Cooperazione Alimentare al parametro 137 i 280 euro di aumento si dividono tra:

  • 214 euro in più sul Trattamento economico minimo;
  • 66 euro quale Incremento Aggiuntivo della retribuzione.

Le novità economiche sviluppano un montante complessivo di 10.236 euro che garantisce – scrivono i sindacati nella nota – “un’adeguata tutela del potere di acquisto”.

Welfare contrattuale: +5,5 euro

Più risorse a vantaggio dei lavoratori sul lato del welfare contrattuale che viene elevato di ulteriori 5,5€ mensili per ogni lavoratore. C’è inoltre l’impegno a migliorare le prestazioni del fondo sanitario e verrà attivata una copertura assicurativa per il rischio morte.

Per il fondo di previdenza complementare, Previdenza Cooperativa, il contributo a carico delle aziende è stato innalzato all’1,5% (+0,3%).

Riduzione Orario di Lavoro

Il nuovo CCNL prevede anche una revisione della disciplina dell’orario di lavoro che entrerà a regime in 2 step:

  • a partire dal 1° gennaio 2026 coloro che lavorano su 18 e 21 turni avranno una riduzione di 4 ore a cui si aggiungeranno altre 4 ore l’anno successivo,
  • dal 1° gennaio 2027 la ulteriore riduzione di 4 ore si applicherà a tutti i lavoratori e le lavoratrici.

Ulteriori modifiche potranno essere realizzate con le Rsu a livello aziendale, in caso di investimenti tecnologici che potrebbero impattare su produttività e occupazione. 

Percentuali di ricorso sul Contratto a termine

Viene dimezzata la percentuale complessiva massima di ricorso ai contratti a termine, somministrazione (anche staff leasing), che passa dal 50% al 25% rispetto ai contratti a tempo indeterminato. Una scelta che va nella direzione di promuovere tipologie contrattuali stabili.