Sciopero Ferrovie 17 maggio, dopo 300€ di aumento arriva la protesta

Gli operai e i manutentori della rete ferroviaria del Lazio sciopereranno il prossimo venerdì 17 maggio per protestare contro l’accordo firmato da Rfi e dalle sigle sindacali e poi ratificato a livello regionale.

Un accordo che a detta dei lavoratori peggiorerà l’equilibrio tra vita privata e lavoro, nonostante un aumento in busta paga di 300 euro lordi.

Cosa prevede il nuovo accordo

L’Organizzazione Sindacale USB ha proclamato uno sciopero per il prossimo venerdì 17 gennaio. L’accordo siglato a gennaio e ratificato poi il 7 maggio scorso da Filt-Cgil Roma e Lazio, Fit Cisl-Lazio, Uil Trasporti Lazio, Fast e Orsa e Rfi, infatti, sembra destinato a peggiorare la situazione lavorativa dei manutentori, dei tecnici e dei coordinatori delle ferrovie, piuttosto che migliorarla.

Eppure l’accordo garantisce un aumento di stipendio di 300 euro mensili (lordi), la riduzione dell’orario di lavoro da 38 a 35 ore settimanali e la flessibilità delle notti settimanali.

Tutti punti che secondo i firmatari migliorerebbero la condizione degli operai. Questi però non sono d’accordo e sono decisi a scioperare.

Sciopero 17 maggio operai ferrovie: i motivi

Come riporta Roma Today, secondo Stefano Pennacchietti, coordinatore nazionale del settore di Usb, “con quell’accordo si sancisce la massima flessibilità del lavoratore, sogno di tutti i padroni. Il tempo libero diventa un oggetto da mettere da parte e accorpare in periodi funzionali all’azienda, con il lavoratore che non può più decidere nulla”.

È proprio la flessibilità del lavoro notturno a scaturire le maggiori perplessità. Prima la reperibilità per gli interventi notturni o nel fine settimana era di una settimana al mese, fanno sapere da USB, con relativo compenso per la chiamata e per l’intervento fuori dall’orario di lavoro. Gli operai potevano decidere liberamente se lavorare di sabato o domenica. Inoltre, erano previste massimo due notti a settimana e solo se necessario.

Il nuovo accordo, invece, fa guadagnare agli operai la stessa cifra a parità di lavoro, ma con la flessibilità interamente a favore del datore di lavoro.

Se prima erano gli operai a decidere se lavorare di sabato e domenica, dietro equo compenso, adesso il fine settimana non sarà più intoccabile. La domenica di riposo, per esempio, potrebbe essere scambiata con un mercoledì.

In aggiunta, sono previste minimo due notti a settimana, col solo scopo di presenziare l’impianto, anche se non ci sono lavorazioni. “L’azienda potrebbe disporre a tuo comodo di notti e riposi”, lamentano i lavoratori.

Da qui la necessità di proclamare uno sciopero. Le nuove regole saranno operative dal 3 giugno prossimo. Per allora verranno consegnati dei moduli con i quali verrà comunicato all’azienda di voler continuare a svolgere le proprie prestazioni con la normativa precedente.