Quanto manca perché le domande per l’ISCRO vengano aperte? Se lo chiedono i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata INPS, che ogni anno possono contare sull’indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (l’ISCRO, appunto).
All’indennità si accede previa domanda, ma quest’anno sembra che la procedura per presentarne l’istanza sia un po’ in ritardo. L’anno scorso, infatti, INPS annunciò l’apertura delle domanda in data 5 maggio.
ISCRO, domande per il 2024: cosa fa sapere INPS
Dovrebbe mancare poco all’apertura della finestra per l’invio della domanda di ISCRO. Di solito, infatti, a maggio si può già procedere con la presentazione delle istanze. L’anno scorso, infatti, le domande si aprirono l’8 maggio.
Ad oggi, se si prova ad accedere alla prestazione attraverso il sito INPS usando le proprie credenziali, apparirà questa scritta:
L’auspicio è che a breve INPS sblocchi la piattaforma. È bene quindi farsi trovare preparati non appena avverrà e controllare già da ora se si rispettano i requisiti per accedervi.
Requisiti per averla
L’ISCRO spetta, come detto, ai soggetti iscritti alla Gestione separata che esercitano professione abituale di lavoro autonomo. Per averla occorre:
- non essere titolari di trattamento pensionistico diretto e non essere assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie;
- non essere beneficiari di Assegno di Inclusione (e non com’era in passato del Reddito di Cittadinanza);
- aver prodotto un reddito da lavoro autonomo, nell’anno precedente a quello di presentazione della domanda, inferiore al 70% (ad oggi non deve superare il 50%) della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei due anni precedenti all’anno precedente alla presentazione della domanda;
- aver dichiarato, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito non superiore a 12 mila euro (fino a quest’anno la soglia è di 8.972,04 euro), annualmente rivalutato sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati rispetto all’anno precedente la presentazione della domanda;
- essere in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria;
- essere titolari di partita IVA attiva da almeno tre anni (e non più da almeno 4), alla data di presentazione della domanda, per l’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla gestione previdenziale in corso.
Le condizioni dovranno essere mantenute durante tutta la percezione dell’indennità. La cessazione della partita IVA nel corso dell’erogazione dell’indennità, inoltre, determina l’immediata cessazione della stessa ISCRO, con recupero delle mensilità eventualmente erogate dopo la data in cui è cessata l’attività.
Gli importi dell’ISCRO 2024
L’ISCRO ammonta al 25%, su base semestrale, della media dei redditi da lavoro autonomo dichiarati dal soggetto richiedente nei due anni antecedenti a quello che precede la presentazione della domanda.
Esattamente come altre prestazioni previdenziali, anche l’importo dell’ISCRO verrà rivalutato all’inflazione. Ancora INPS non ha fatto sapere a quanto ammonterà. Tuttavia, considerando che l’ISTAT ha appurato un’inflazione al 5,4% rispetto al 2023, l’importo massimo mensile dovrebbe salire a 928,81 euro. Quasi 50 euro in più rispetto all’anno scorso, quando il beneficio si fermava a 881,23 euro.
Si attende comunque la conferma dell’INPS, che dovrebbe arrivare insieme alla notifica di avvio delle domande.