HomeCronaca sindacaleMetalmeccanici, aumento di 280€ oltre l'IPCA: i sindacati tracciano la strada

Metalmeccanici, aumento di 280€ oltre l’IPCA: i sindacati tracciano la strada

L’incremento di 280 euro richiesto dai sindacati della metalmeccanica va oltre le stime Istat dell’indice IPCA per il triennio 2024-2027.

E’ questo il dato significativo che viene fuori dalla prima riunione per il rinnovo del CCNL Metalmeccanica industria avvenuta il 30 maggio scorso. Presenti all’incontro un’ampia delegazione di Fiom-Fim-Uil e i rappresentanti di Federmeccanica e Assistal (per visualizzare tutte le foto dell’evento clicca qui).

Un dettaglio non da poco questo, venuto fuori, in maniera evidente, durante l’incontro sindacale e messo in evidenza dai comunicati sindacali.

Richiesta di 280 euro oltre l’IPCA per il triennio

La trattativa tra sindacati e Imprese punta al rinnovo per il triennio 1° luglio 2024 – 30 giugno 2027. Secondo le ultime proiezioni ISTAT, che saranno aggiornate nei primi giorni di giugno, l’indice IPCA per gli anni che verranno portano aliquota molto basse: l’anno scorso arrivavano ad un complessivo di circa il 4-5% per il triennio di riferimento. Valori che non certo portano a 280 euro di aumento. A tanto ammonta la richiesta salariale specificata in piattaforma e già respinta ieri, da Federmeccanica e Assistal.

La conferma arriva anche da Fiom-Cgil che in un comunicato conferma che l’aumento “va oltre l’Ipca depurata dai costi energetici importati” e che è stato richiesto anche “il pagamento delle innovazioni contrattuali non ancora pienamente realizzate, per garantire retribuzioni adeguate al costo della vita e al valore del lavoro svolto”.

Chiaro il riferimento al prossimo incremento di giugno sui minimi in coerenza con l’IPCA 2023 a consuntivo, come prevede la cd. clausola di salvaguardia. E alle altre innovazioni come welfare di 200 euro e formazione (entrambi obbligatori).

La reazione degli Industriali: il documento Federmeccanica

Non l’hanno mandata a dire, i rappresentanti degli Industriali, che durante la trattativa hanno fatto capire a più riprese che in questa tornata occorre “confrontarsi con la realtà, che non va mai persa di vista. Il comunicato di Fim-Cisl parla di “totale contrarietà” degli industriali “sulla richiesta salariale”.

E’ impossibile ribaltare il costo delle innovazioni contrattuali sul cliente, spesso pubblico. Il cliente pubblico ha una lentezza strutturale nel recepire le variazioni di prezzo”, ha scandito il Presidente di Assistal Roberto Rossi durante l’incontro. Tradotto: dobbiamo trovare soluzioni per contenere il rialzo del costo del lavoro, perchè diversamente il margine di profitto per le imprese si riduce e frena gli investimenti.

La posizione degli industriali è stata raccolta in un documento consegnato ai sindacati intitolato “Il Rinnovamento continua” composto da 11 punti (scarica il PDF), di cui il 9° riguarda proprio il salario.

Non esiste nessun Contratto Nazionale in nessun Settore, eccetto il nostro, – si legge nel documento Federmeccanica che ha determinato, in un anno solare e in un’unica soluzione, un incremento analogo a quello riconosciuto a giugno 2023 ai dipendenti metalmeccanici e della installazione di impianti, pari a 123,4 euro lordi mensili (livello C3), praticamente più del valore di un intero rinnovo“.

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