Il lavoratori metalmeccanici hanno ricevuto nel triennio contrattuale 2021-2024, in scadenza il 30 giugno 2024, diversi aumenti stipendiali visti nel cedolino sotto varie componenti.
E ora sono in arrivo altri aumenti dei minimi in occasione della mensilità di giugno. Lo anticipata Federmeccanica, la più rappresentativà realtà associativa delle aziende metalmeccaniche italiane, che insieme ad Assistal siede al tavolo per il rinnovo del CCNL Metalmeccanica Industria.
All’indomani della riunione di apertura del negoziato con Fiom-Fim-Uilm, tenutasi il 30 maggio scorso, la comunicazione degli industriali si conferma sobria, asciutta e di equilibrio.
Post sui social, un comunicato stampa e un Position Paper divulgato a beneficio degli associati, sindacati e la stampa.
Federmeccanica: a giugno nuovi aumenti
Dal Position Paper viene fuori la consapevolezza delle aziende di un nuovo aumento salariale a giugno 2024, che va oltre i 35 euro al livello C3 negoziati con il rinnovo del 2021. A farla da “padrona” è la clausola di garanzia che insieme all’IPCA sembra potrà garantire un nuovo incremento, sulla scia di quanto già visto nel 2023.
Alle tute blu, ricorda, saranno garantite “tutele senza eguali”.
Secondo una stima elaborata da Federmeccanica la scorsa estate, che tenevano in considerazione i dati IPCA aggiornati a giugno 2023, l’incremento retributivo che potrebbe arrivare da giugno 2024 è pari a 131,54 euro al livello C3. Si tratta solo di attendere qualche giorno.
In 3 anni aumenti oltre 800 euro
“Non esiste nessun Contratto Nazionale in nessun Settore, eccetto il nostro, – scrive Federmeccanica – che ha determinato in un anno solare e in un’unica soluzione, un incremento analogo a quello riconosciuto a giugno 2023 ai dipendenti metalmeccanici e dell’installazione di impianti, pari a 123,4 euro lordi mensili (livello c3) praticamente più del valore dell’intero rinnovo”.
Insomma nel panorama contrattuale italiano il contratto dei metalmeccanici è un’oasi felice che ha portato aumenti salariali e “aumentato ulteriormente la capacità di spesa delle persone, grazie ai flexible benefits, per un totale di 800 euro nel periodo 2021-2024, che peraltro sono netti grazie all’abbattimento totale del cuneo fiscale”.
Senza trascurare, continuano gli Industriali, le intese raggiunte a livello aziendale, “dove sono stati riconosciuti premi di risultato che in alcune imprese sono arrivati fin sopra i 2.000 euro” ma anche misure di welfare che superano i 200 euro previsti dal CCNL.
“Senza considerare l’importanza della formazione, del nuovo inquadramento, di quanto è stato fatto sulla sicurezza sul lavoro e sulla cultura di genere”.
Premi aziendali non posso essere “fissi”
Federmeccanica ricorda anche che i premi aziendali non possono divenire elemento fisso della retribuzione e che devono continuare ad essere collegati ai parametri di produttività.
Insomma a livello aziendale le erogazioni non possono che essere variabili e soggette alla distribuzione della ricchezza laddove e se prodotta. E’ questo il motto che circola tra gli Industriali. Queste richieste, scrive Federmeccanica, “non sono consentite dal CCNL”.