Tutta questa prima settimana di giugno sarà occupata dai pagamenti della disoccupazione agricola, l’indennità che spetta a chi ha lavorato in agricoltura (o prevalentemente in agricoltura) tra il 2022 e il 2023.
Sui Fascicoli Previdenziali dei richiedenti stanno spuntando in queste ore delle nuove date di accredito, a conferma che INPS sta disponendo i pagamenti. Non in tutte le province però le lavorazioni procedono alla stessa velocità.
Disoccupazione Agricola, 5 date in calendario
L’anno scorso gli accrediti della disoccupazione agricola sono partiti il 5 giugno, quest’anno invece la prima data da cerchiare sul calendario è quella del 4 giugno. INPS ha riproposto quasi lo stesso calendario dell’anno passato. Al pagamento del 4 giugno fanno seguito quelli fissati per:
- mercoledì 5;
- giovedì 6.
Nelle scorse ore si sono aggiunti altri due appuntamenti per il pagamento della disoccupazione agricola. Lo confermano il Fascicolo Previdenziale e l’app INPS:
Una data è quella di venerdì 7 giugno. L’altra, invece, è domenica 9. Siccome appare improbabile che INPS paghi di domenica (che non è giorno bancabile), è logico pensare che in questo secondo caso il pagamento slitti a lunedì 10 giugno.
Tutta la settimana, dunque, sarà interessata dai pagamenti dell’indennità. Pagamenti che, attenzione, non tutti possono avere ma solo quei braccianti la cui domanda è stata accolta da INPS. INPS accoglie l’istanza se sono rispettati i requisiti, ossia:
- essere iscritti agli elenchi provinciali degli agricoli;
- vantare 2 anni di anzianità contributiva;
- aver lavorato almeno 102 giornate in agricoltura tra il 2022 e il 2023.
Elenco province
Non in tutte le province i pagamenti proseguono allo stesso ritmo. Tra gli operai agricoli, i piccoli coloni e coltivatori e i compartecipanti familiari che hanno diritto alla disoccupazione agricola c’è chi lamenta di avere ancora la domanda in lavorazione. Questo succede perché tale indennità è gestita dalle INPS locali, e non dalla sede centrale.
Ogni sede ha una propria tempistica, e non è detto che tutte riescano a sbloccare i pagamenti in tempi rapidi. Per adesso, la domanda risulta accolta (o addirittura in pagamento) in queste province:
- Bologna,
- Trento,
- Forlì,
- Cesena,
- Ravenna,
- Reggio Emilia,
- Ferrara,
- Venezia,
- Rovigo,
- Chieti,
- Teramo,
- Terni,
- Latina,
- L’Aquila,
- Avellino,
- Isernia,
- Campobasso,
- Cosenza,
- Crotone,
- Oristano,
- Alghero,
- Catania (poche le domande Accolte in alcune sedi periferiche, come Caltagirone),
- Trapani,
- Messina,
- Palermo.
Nelle scorse ore si sono aggiunte le province di Modena, Potenza, Matera e Reggio Calabria. Particolari rallentamenti, invece, si registrano a Perugia, Macerata, Foggia e le altre province pugliesi.
La situazione comunque può variare da un momento all’altro. L’elenco, infatti, è in continuo aggiornamento. Inoltre precisiamo che le disposizioni di pagamento possono variare anche nella stessa provincia, pertanto anche all’interno della stessa città c’è chi riceverà il pagamento prima e chi dopo.