La battaglia sindacale per la riduzione dell’orario settimanale di lavoro a 35 ore rischia di naufragare se la soluzione è quella prospettata dagli Industriali. Utilizzare i Permessi Annui Retribuiti – PAR e ferie, tramite accordo sindacale, per comprimere la settimana lavorativa a parità di salario.
E’ quanto sostengono i lettori, tutti lavoratori metalmeccanici, che nei giorni scorsi hanno scritto in numerosi, alla redazione di TuttoLavoro24.it dopo la pubblicazione delle dichiarazioni esclusive del Direttore Generale di Federmeccanica Stefano Franchi (per approfondire clicca qui).
Arrivare a 35 ore con PAR e Ferie
Ma facciamo un passo indietro. Nella piattaforma sindacale di Fim-Fiom-Uilm per il rinnovo del CCNL Industria Metalmeccanica, si chiede di ridurre l’orario di lavoro a 35 ore settimanali. A parità di salario.
Gli industriali, con un documento di Federmeccanica, dicono che la soluzione è praticabile con accordi aziendali che utilizzino PAR maturati (104/124 ore) e Ferie (è previsto un aumento del monte ore per alcune categorie di lavoratori) per ridurre l’orario.
“Da un’indagine condotta da Federmeccanica – si legge – , emerge che il 58,4% delle imprese intervistate, che occupano il 76,6% dei dipendenti, si trova a dover accantonare e/o monetizzare i PAR”.
Insomma la conciliazione dei tempi di vita-lavoro si può realizzare senza ulteriori sacrifici per le aziende. Ma con gli strumenti di flessibilità già messi a disposizione del CCNL.
PAR e Ferie inutilizzabili
Ma non la vedono allo stesso modo i lavoratori che contestano la rappresentazione fatta da Federmeccanica, secondo la quale la mancata fruizione dei PAR e Ferie deriverebbe da scelte non imputabili all’azienda. Nel documento si legge che la maggior parte delle aziende “si trova a dover accantonare/o monetizzare i PAR”.
“La verità è un’altra – ci scrive Paolo, attivista sindacale – , la maggior parte degli operai l’accantona perchè le aziende non ci fanno stare a casa. In molti casi chiedere la fruizione di ferie e PAR è come sottoporre le aziende ad un sacrificio, non il riconoscimento di un diritto”.
“Sì è vero che preferisco farmi liquidare i PAR – scrive Gianluca – perchè è un modo per far salire un po’ lo stipendio che è già basso. Volentieri scambierei più soldi sullo stipendio con l’utilizzo di PAR negli accordi aziendali”.
“Dietro la proposta degli industriali di andare a scalare ferie e permessi ci vedono solo la volontà di non sostenere costi aggiuntivi e scalarli dai nostri diritti”, ci scrive Rosario che poi precisa che “le ferie sono già gestite per buona metà dalle aziende con le chiusure aziendali, in questo modo resta poco per far altro”.