Nonostante sia sempre molto atteso, il pagamento della disoccupazione agricola a volte può essere fonte di delusione. Questo perché può succedere che l’importo sperato e previsto non corrisponda poi a quello effettivamente erogato da INPS.
Vediamo come si calcola e come conoscere in anticipo la somma spettante.
A chi spetta la disoccupazione agricola
Gli accrediti della disoccupazione agricola 2024 sono partiti a inizio giugno. Ne hanno diritto:
- gli operai agricoli a tempo determinato iscritti negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli dipendenti;
- gli operai agricoli a tempo indeterminato che vengono assunti o licenziati nel corso dell’anno civile, dando luogo, così, a eventuali periodi di mancata occupazione al di fuori del contratto di lavoro;
- i piccoli coloni;
- i compartecipanti familiari;
- i piccoli coltivatori diretti che integrano fino a 51 le giornate di iscrizione negli elenchi nominativi mediante versamenti volontari.
Per accedervi, occorre aver inviato la domanda entro lo scorso 31 marzo. Senza la presentazione dell’istanza all’INPS non c’è speranza di ricevere il pagamento dell’indennità di disoccupazione agricola, nemmeno se si rispettano tutti i requisiti, ossia:
- essere iscritti negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli dipendenti;
- vantare almeno due anni di anzianità nell’assicurazione contro la disoccupazione involontaria;
- avere almeno 102 contributi giornalieri nel biennio costituito dall’anno cui si riferisce l’indennità e dall’anno precedente.
Come si calcola l’importo?
Come detto, nel 2024 avranno la disoccupazione agricola coloro che tra il 2022 e il 2023 hanno lavorato in agricoltura per almeno 102 giornate. Non serve che quella nei campi sia l’attività esclusiva dell’operaio, occorre però che sia quella prevalente.
Il conteggio delle giornate lavorate è quindi fondamentale per due motivi: per accedere all’indennità e per ricevere un importo corretto.
Il calcolo della disoccupazione agricola non è dei più semplici. L’indennità spetta per un numero di giornate pari a quelle lavorate entro il limite massimo di 365 giornate annue, dalle quali si dovranno detrarre:
- le giornate di lavoro dipendente agricolo e non agricolo;
- le giornate di lavoro in proprio agricolo e non agricolo;
- le giornate indennizzate a titolo di malattia, maternità, infortunio, ecc.;
- quelle non indennizzabili, quali, per esempio, quelle successive all’espatrio definitivo.
La paga INPS in un’unica soluzione, solitamente tra giugno e luglio di ogni anno. Spetta nella misura del 40% della retribuzione di riferimento. Dall’importo spettante viene detratto il 9% dell’indennità giornaliera di disoccupazione a titolo di contributo di solidarietà. Questa trattenuta viene effettuata per un massimo di 150 giorni.
Un calcolo che è difficile fare in autonomia e perciò a volte l’importo che ci si aspetta può non corrispondere poi a quello realmente riconosciuto da INPS. La soluzione migliore per prevenire calcoli sbagliati è usufruire del CALCOLATORE della disoccupazione agricola che TuttoLavoro24.it mette a disposizione gratuitamente.