Ancora nulla di fatto per 36.500 bancari interessati dal rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) del Credito Cooperativo. La trattativa è iniziata lo scorso marzo, da allora i sindacati di settore e la delegazione di Federcasse si sono incontrati più volte per trovare un accordo. L’ultima volta il 28 e il 29 giugno.
Ma sulla parte economica sembra che Federcasse abbia ancora dei tentennamenti.
Bancari Credito Cooperativo, cosa manca per il rinnovo?
I sindacati dei bancari Fabi, First Cisl, Cgil Fisac, Ugl Credito e Uilca hanno mosso varie richieste e su molti punti l’intesa è stata raggiunta:
- l’individuazione di una nuova indennità di cash-less di 90 euro;
- la riduzione dell’orario di lavoro settimanale di mezz’ora, a parità di retribuzione, a decorrere dal 1° luglio 2025;
- la previsione di una contribuzione datoriale alla Banca del tempo solidale del 30% rispetto a quanto versato volontariamente dalle lavoratrici e dai lavoratori;
- la destinazione, per due anni, della contribuzione dedicata al Fondo di sostegno al reddito al Fondo occupazione credito cooperativo, alla Cassa mutua nazionale e alla premorienza;
- l’individuazione di permessi dedicati al tema delle molestie e violenze di genere.
Dal punto di vista economico chiedono un aumento di 435 euro, lo stesso importo che è stato stabilito a novembre per i colleghi dipendenti delle banche. A questi si aggiungono gli arretrati per il periodo luglio-novembre 2023, che arrivano a una media di 1.250 euro.
Appuntamento all’8 luglio
È proprio il fronte economico quello sui cui la partita è ancora aperta. Lo fanno sapere i sindacati dei lavoratori delle BCC, in un comunicato stampa del 1° luglio, nel quale si legge: “la nuova data calendarizzata per l’8 luglio permetterà “auspicabilmente” a Federcasse di rivedere il mandato politico con il dichiarato e irrinunciabile obiettivo di raggiungere un accordo complessivo, compresa la parte economica“.
Tutto rimandato quindi al prossimo lunedì 8 luglio, quando il negoziato arriverà al rush finale. Con l’auspicio, naturalmente, che i bancari del Credito Cooperativo possano vedere esaudite le loro richieste.
Ecco il comunicato: