Ogni anno le segreterie scolastiche devono lavorare, nel cuore dell’estate, per garantire il pagamento del FIS.
Lo stress e la tensione per trasmettere i dati al più presto possibile non sempre è garanzia di precisione. E così, alle tempistiche contabili dalla Corte dei Conti, possono aggiungersi ulteriori ritardi nelle procedure che portano alla liquidazione delle competenze.
Gli errori purtroppo capitano e sono inevitabili quando si lavora. L’errore più frequente e banale si ha nei casi di omonimia: il compenso di un insegnante viene pagato all’omonimo.
In questi casi è da evitare che il problema venga risolto tra gli stessi insegnanti che potrebbero regolare tra loro stessi la partita di giro e questo perché il compenso – dal punto di vista previdenziale e fiscale – resta sempre a carico del percettore della somma.
In questo caso il percettore della somma, oltre ad avere percepito indebitamente un compenso a sua insaputa, si trova un imponibile previdenziale e fiscale più alto.
In questo caso è necessario servirsi dell’assistenza del servizio stipendi della Ragioneria Territoriale dello Stato che opera in questo modo:
Una volta proveduto al recupero si procede al versamento delle somme recuperate all’IBAN del capitolo di bilancio per permettere alla Scuola di ripetere l’operazione in forma corretta e pagare correttamente all’avente diritto.
Ovviamente, i tempi tecnici per le operazioni di recupero variano da uno a tre mesi con conseguente pagamento in ritardo del FIS.