Bonus Mamma per Docenti e ATA: da settembre più soldi nelle Scuole

BONUS

Per adesso il Bonus Mamma non ha riscosso un grande successo: il 42% delle madri che ne hanno diritto, infatti, continua a non beneficiarne. Tuttavia, da settembre potrebbe esserci un aumento delle domande. Non troppo inatteso, in realtà. Vediamo perché.

Bonus Mamma, quali lavoratrici possono averlo?

Il Bonus Mamma altro non è che la decontribuzione al 100% introdotta dall’ultima legge di Bilancio. Il Governo Meloni lo ha riservato alle donne lavoratrici che hanno almeno 2 figli (il secondo sotto i 10 anni) e un contratto a tempo indeterminato.

Le interessate non devono fare altro che inviare la domanda al proprio datore di lavoro. Il beneficio massimo è pari a 250 euro, a lordo delle ritenute Irpef e fatti salvi gli effetti negativi sui redditi ai fini Irpef. Ed è proprio questo l’aspetto che ha portato più del 40% delle beneficiarie a rinunciare al bonus: il bonus, infatti, alza la base imponibile Irpef e spinge a dover pagare più tasse. In alcuni casi, dunque, può non essere conveniente.

Tuttavia, da settembre potrebbe aumentare il numero delle istanze per beneficiarne. C’entra la riapertura delle scuole.

Madri docenti e ATA

Tra le beneficiarie del Bonus Mamma ci sono anche le lavoratrici della scuola, sia le insegnanti che le componenti del personale ATA.

Le donne che lavorano nelle scuole che dal prossimo settembre saranno di ruolo e che quindi avranno un contratto a tempo indeterminato potranno fare domanda per ottenere il bonus. A patto, naturalmente, che abbiano almeno 2 figli di cui uno sotto i 10 anni.

Come detto, l’istanza va inviata al datore di lavoro (quindi al preside). Di fatto si tratta di una semplice autodichiarazione in cui si manifesta la volontà di avvalersi dell’esonero contributivo del 100% indicando il numero dei figli e i codici fiscali.