Come abbiamo scritto in questo articolo del 17 luglio scorso, CGIL, UIL, CGS, CSE, COSMED, CIDA e CODIRP che hanno lanciato la petizione diretta al Governo e al Parlamento affinché il Trattamento di Fine Servizio (TFS) e del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) dei dipendenti pubblici sia immediatamente corrisposto.
L’iniziativa ha tuttavia anche un altro obiettivo: l’abolizione della ritenuta TFR sugli stipendi dei dipendenti pubblici.
La ritenuta TFR solo per i dipendenti pubblici
Le retribuzioni dei dipendenti privati non sono gravate da alcuna ritenuta per il TFR.
I dipendenti pubblici, al contrario, subiscono una decurtazione dello stipendio fino al 2% per la ritenuta TFR.
Possiamo vedere nel cedolino di un collaboratore scolastico come la decurtazione sia presente:
Come possiamo notare, questo dipendente pubblico subisce mensilmente una ritenuta di 31,62 euro.
I giudici del lavoro danno ragione ai lavoratori
Numerosi sono stati i lavoratori pubblici che si sono rivolti al giudice del lavoro per lamentare la disparità di trattamento con i lavoratori del settore privato.
Siamo a conoscenza che, in molti casi, il giudice ha dato ragione al lavoratore.
Malgrado le sentenze siano favorevoli ai lavoratori, NoiPA non dispone di una procedura che inibisca la trattenuta e l’unico modo per applicare le sentenze a favore dei dipendenti che hanno vinto il ricorso è quello di stornare periodicamente la trattenuta TFR.
Perché viene effettuata la ritenuta TFR del 2,5%?
La ritenuta TFR viene effettuata sulle retribuzioni a titolo di rivalsa perché “considerata un indebito arricchimento“.
L’indebito arricchimento sarebbe nei confronti dei dipendenti in TFS ai quali viene applicata la ritenuta del 2,5% sull’80% della retribuzione utile al TFS.
Per par condicio, quindi, anche al personale in TFR viene effettuata la medesima trattenuta sulla retribuzione utile al TFR.
Certamente, in questo modo, si ottiene la par condicio nel pubblico impiego ma, nello stesso tempo, si crea una differenza di trattamento tra pubblico e privato e l’introduzione di questa “rivalsa” sembra più una salvaguardia dell’interesse dello Stato piuttosto che una disposizione creata per creare pari opportunità
La petizione è raggiungibile a questo link: