I lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato che hanno deciso di continuare a lavorare pur avendo già raggiunto i requisiti per andare in pensione con Quota 103, già da agosto vedranno ricompensati i loro sforzi.
Si tratta del Bonus Maroni, l’incentivo al posticipo del pensionamento. Introdotta dalla Legge di Bilancio 2023 (art. 1, comma 286) e rinnovata dall’ultima Finanziaria, tale misura prende il nome dall’ex ministro del Lavoro Roberto Maroni scomparso nel 2022.
Chi poteva andare in pensione ma ha scelto comunque di continuare a lavorare già dal prossimo agosto riceverà il Bonus Maroni: ossia l’esonero contributivo del 9,19%. In pratica, il dipendente che ne fa domanda sceglie di continuare a offrire la propria forza lavoro e in cambio smette di versare la quota dei contributi a suo carico: in questo modo aumenta lo stipendio netto in busta paga.
Ne possono usufruire i lavoratori dipendenti sia del settore pubblico che di quello privato. Serve inoltre:
Non serve invece perfezionare il requisito anagrafico per il diritto alla pensione di vecchiaia nel caso di contribuzione accreditata in due o più gestioni previdenziali, o dell’età anagrafica inferiore richiesta per la pensione di vecchiaia ai sensi di disposizioni di legge più favorevoli, nelle ipotesi in cui sia presente contribuzione in un’unica gestione.
I primi aumenti dovuti al Bonus Maroni verranno riconosciuti a partire dal mese prossimo. Nella circolare INPS n. 39 del 27 febbraio scorso, l’istituto Previdenziale ha reso noto il calendario degli accrediti.
Nella circolare suddetta l’Istituto ha fatto sapere che, per chi ha già presentato la domanda di rinuncia all’accredito contributivo all’INPS, il pagamento partirà: