Appare difficile che la produzione di veicoli in Italia raggiunga il milione entro il 2030. Nonostante le promesse di Stellantis, infatti, il Governo non è ottimista. Anche i sindacati temono che, se non ci sarà un’inversione di rotta, migliaia di metalmeccanici perderanno il posto di lavoro (nel gruppo ex Fiati ne restano all’attivo circa 40.000). Un dramma che si aggiunge al piano incentivi all’esodo attivato la scorsa primavera.
Stellantis non più unico produttore di veicoli
Al tavolo dell’automotive tenutosi il 7 agosto, dove sono stati radunati tutti i soggetti interessati, tra cui imprese, sindacati e Regioni, la spaccatura tra Governo e Stellantis è apparsa più profonda che mai. Altro che patto più vicino.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha parlato chiaro. Il Governo ha rispettato gli impegni presi: ha modificato la normativa sugli euro 7 in Europa e ha varato un piano incentivi significativo. Adesso però tocca a Stellantis rispettare il programma che prevede un milione di vetture prodotte in Italia entro il 2030.
Anche perché «nel 2025 sia l’indotto che Stellantis esauriranno gli ammortizzatori sociali e se non si interviene per tempo ci saranno licenziamenti di massa» avverte Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim Cisl. Un rischio da scongiurare e per il quale l’Italia ha pronte due soluzioni: aprire le porte a un secondo produttore e rimodulare gli incentivi auto.
Come riportano alcune testate nazionali nelle edizioni di giovedì 8 agosto, il ministro Urso ha confermato le interlocuzioni con tre case automobilistiche cinesi per portare in Italia nuove produzioni. La prima è Dongfeng Motors (fornitore della Dr Automobilies di Macchia di Isernia), che vuole realizzare in Europa un impianto da 100 mila vetture elettriche l’anno e che ha appena siglato uno dei tre memorandum d’intesa definiti finora dal Mimit. Le altre potrebbero essere Byd e Aiways: dopo Ferragosto, una missione tecnica del Mimit tornerà infatti a Pechino per portare avanti il confronto, tra gli altri, anche con tali carmaker.
Rimodulazione degli incentivi
Anche il piano degli incentivi subirà un cambiamento nel 2025. L’introduzione degli ecobonus ha dato un impulso positivo al mercato dell’automotive, tuttavia non ha sortito gli incrementi attesi. Anzi, ha ricordato il ministro Urso, «esattamente un mese fa Stellantis ha annunciato lo stop delle carrozzerie a Mirafiori dal 15 luglio fino al 25 agosto, con il ricorso a nuova cassa integrazione (fino al 4 agosto), così come 5 giornate di Cassa tra agosto e settembre sono state annunciate anche a Pomigliano per carenza di ordinativi».
Per questo motivo, fa sapere il Corriere della Sera, il piano di incentivi verrà riprogrammato su più anni e interesserà anche l’offerta: «È allo studio un meccanismo che privilegi le produzioni con un alto contenuto di componentistica europea — ha rivelato il ministro —, garantendo così la sostenibilità delle produzioni e incentivando la domanda di veicoli assemblati in Italia o in Europa con componenti prodotte localmente».
Il nuovo scherma verrà definito a partire dal mese di settembre e andrà «a sostegno delle classi meno abbienti».