Il mercato italiano deve aprirsi a quei produttori di automobili che riescano ad abbattere i costi e offrire sul mercato un auto elettrica a 12-14 mila euro. Ne è convinto il presidente di Federmeccanica, Federico Visentin, che durante una diretta sul canale Class CNBC di Milano Finanza, ha lanciato il suo endorsement ai players cinesi che potrebbero presto investire Italia.
Stellantis non investe, si guarda all’Oriente
Da mesi Stellantis ha rallentato il piano di produzione in Italia. I siti produttivi più attivi in questi anni, come Melfi, Atessa e Pomigliano d’Arco, hanno cominciato a ridurre i turni e ad allungare le settimane di cassa integrazione. In molti casi gli ammortizzatori sociali si mischieranno con le ferie e il rientro a settembre non è più una garanzia per nessuno (lavoratori, sindacati metalmeccanici). Persino per il Governo, principale interlocutore istituzionale.
La politica del “disimpegno” del gruppo guidato da Tavares si era mostrata già in primavera, con gli accordi sindacali per le uscite incentivate.
Il Governo parla coi Cinesi
Il Governo ha avviato una trattativa con diversi leader dell’Automotive cinese, tra cui Dongfeng Motor, colosso controllato dallo Stato cinese con sede a Wuhan (più nota per aver dato i “natali” al Covid19). E dopo l’ok della politica arriva anche l’appoggio dell’associazione degli Industriali.
Ecco quanto dichiarato dal Presidente di Federmeccanica al riguardo:
“i cinesi nello specifico sono leader di tecnologia, questo va riconosciuto e soprattutto hanno il fattore di costo, che è quello delle batterie , che è il costo maggiore di un’auto elettrica, che è rigorosamente nelle loro mani. Sia nell’accesso alle cd. terre rare, ma ancor più i trattamenti raffinazione di questi materiali, che sono altamente inquinanti e che oggi sono unicamente in Cina. Non è neanche pensabile produrli in Europa visti i regolamenti europei che abbiamo. Questo è un fattore di competitività, che piaccia o non piaccia, hanno solo loro. Se vogliamo raggiungere nel 2025 il 100% ci si deve preoccupare delle utilitarie elettriche. Altrimenti che nei primium ci siano già pari player è un bene ma il mercato non si espande come si vorrebbe. Quindi occorre che ci sia qualcuno che sia in grado di produrre a 12-14.000 euro le vetture elettriche”.